martedì 10 novembre 2009

Stamattina.Alla stazione.


... ho incontrato una bambina.Una bambina nera,come il cioccolato.Il cioccolato buono,però.Quello che ne mangi un pezzo e subito ne vorresti un altro.E finisce che te lo mangi tutto,ma non ti senti in colpa.Perchè Oscar Wilde aveva ragione quando scriveva : "L'unico modo per vincere una tentazione è cedere ad essa.Resisti,ed il tuo corpo si ammalerà delle cose che si è vietato,di ciò che le sue leggi hanno reso mostruoso ed illegale.Il corpo pecca una volta e si libera dal peccato,perchè l'azione è un modo di purificarsi.Ed allora non rimane che il ricordo del piacere e la delizia di un rimpianto".

Stamattina.Alla stazione.

... ho incontrato una bambina di cioccolato.Quella bambina si chiama Benedetta.Benedetta mi ha guardata dritta negli occhi,dritta nell'anima.Mi ha pesata,valutata,soppesata,investigata.Con uno sguardo.Uno sguardo soltanto.E poi mi ha sorriso.
Benedetta fa una cosa strana quando ride.Arriccia il naso.Anche io faccio una cosa strano quando rido.Arriccio il naso.

Benedetta teneva tra le mani un giocattolino di plastica.Di quelli che ci metti un'ora a montarli e alla fine nemmeno capisci di cosa si tratta.Benedetta ha teso le braccia e le manine paffute e mi ha detto :"Tuo".Allora io ho preso quel giocattolino di plastica e ho capito che profumava di bimba.Quando ho fatto per restituirglielo,mi ha detto : "No,no.Tieni.Tuo".
Mio.Il mio portafortuna personale.

Stamattina.Alla stazione.Ho incontrato un miracolo.


Grazie Benedetta.

sabato 31 ottobre 2009


Questa notte non voglio dormire.Questa notte voglio sentire.Voglio sentire di fate e di ombre.Voglio contare le stelle che avverano i sogni.Voglio cantare un miracolo che sappia di vero.

Voglio giochi fatti di luce,e ricordi di trecce di bimba che corrono felici.Voglio i miei occhi,di nero vestiti.Pastosa mistura di rimmel col sale.Giovane Pierrot,dall'aria imbronciata.

Voglio telefonate in piena notte ... che a regalarsi un sorriso basta poco.Voglio storie da raccontare e silenzi che si lasciano ascoltare.

Voglio uomini e donne a schiena dritta e testa alta,che il coraggio di vivere è un talento di pochi,e il rispetto per gli altri non lo vendono in saldi.
Voglio le mie mani,e le mie tasche.L'oppio dei miei anni.Voglio sacche da marinaio e conchiglie vuote,che poi ci ascolto il mare,quando il mare è lontano.
Voglio scrivere storie di straordinaria follia.

Voglio abbracci romani ( e qui chi vuole capire capisce ... ).Che la vera distanza è quella di chi ti sta accanto senza vederti.La solitudine di chi non sa toccarti col cuore.Voglio smorfie,marameo e linguacce.Perchè la Vita è un tendone da circo,e io l'acrobata sul filo di lana,con un fiore tra i denti e il passo delicato e deciso di chi ha imparato da tempo che i sogni vanno maneggiati con cura,ma senza il timore vigliacco di vederli sparire in un soffio.Perchè è allora che li perdi davvero.

Voglio salti ad occhi chiusi,e cuori puliti.

giovedì 15 ottobre 2009

Poeticando.


"Se fossi un poeta,ecco di cosa scriverei.
Della gente che lavora di notte.
Uomini che caricano treni,infermiere del pronto soccorso con le mani delicate.
Impiegati notturni negli hotel.Autisti delle pompe funebri nei cimiteri.
Cameriere nei caffè aperti tutta la notte.
Loro conoscono il tuo mondo.
Sanno quant'è prezioso che una persona si ricordi il tuo nome.
Sanno quanto è lunga la notte.
E che rumore fa la Vita mentre se ne va".

Janet Fitch.

martedì 6 ottobre 2009


"Illudendomi di scegliere le parole di una scena che è la stessa da sempre,sempre ... quasi fino a diventare niente" ...

"Ti scrivo in una camera,nella semi-oscurità.Da qui posso commuovermi,di nascosto al Mondo,al quale ormai mi sento estranea nel profondo.
L'immenso e il suo contrario sono luoghi del mio cuore ... "

Dio mi ha dato gli occhi,e me li ha messi sotto la fronte,non sulla nuca,perchè io guardassi al futuro.Anche se quel futuro non ha un nome.
C'è un tempo giusto per andarsene dalla vita di una persona,persino dalla propria,anche quando non si ha un posto dove andare.Soprattutto quando non si ha un posto dove andare.
Non c'è giorno in cui non mi sforzi di essere il giocatore di scacchi,invece che il pezzo sulla scacchiera.Non c'è giorno in cui io non perda quella partita.
Certe volte la solitudine aiuta ad oltrepassare il muro della stupidità.Ma chi è stupido non ce la fa a stare da solo con sè stesso.
La vera felicità non si lascia trovare,se ti scopre a cercarla.La vera felicità nasce dalla fiducia in sè stessi.
Si sa che tornare indietro equivale a sbagliare.Andare avanti non da certezza di sopravvivenza,ma da speranza ...

giovedì 1 ottobre 2009

Strade da vivere.


E' che ce ne sono troppe di strade a questo Mondo.E allora succede che non sai esattamente dove andare.Fai fatica,una cazzo di fatica,a capire quale sia la tua,di strada.E io ho sbagliato strada tante di quelle volte che manco più me le ricordo,a volerle raccontare tutte.E' capitato comunque che sia andata fino in fondo,perchè se non ci sbatti la faccia mica lo capisci che quella strada non era la tua strada.
Ora,in borsa ( la mia borsa a forma di scarpa ),ho una quantità infinita di cerotti,garze sterili,e disinfettante.Il mio personale kit di pronto soccorso in caso di cadute,sbandamenti e capocciate.Qualche volta torna utile.Altre volte,invece,l'unico rimedio che davvero può qualcosa è il Tempo.Ma quello in borsa non ci entrava.