lunedì 27 giugno 2011

Momenti di ( non ) trascurabile felicità.

Una domenica di inizio estate. Una domenica un po' sbadata, un po' arruffata, come un gatto sornione che si stiracchia, stanco e desideroso di coccole, lungo la linea di mezzeria. A metà tra la seducente freschezza dell'ombra, ed il calore lucente del sole.

Qualcuno che abita ad un tiro di schioppo da casa tua. Che a pensarci nemmeno ci credi. Fa tanto telefilm americano. Una pausa studio che sa di molte cose. Un po' troppe per poterle raccontare tutte, in una volta sola. Profumi ed abbracci sempre uguali a sé stessi. Esattamente come ricordavi che fossero, tanti anni fa. Certe volte, Il Tempo non passa. Certe volte, il Tempo è un concetto relativo.

Acchiappasogni - come pipistrelli diurni lungo il soffitto - che di sogni ne acchiappano pochi. Lenzuola che ammiccano all'estate, si vestono di righe orizzontali bordate d'azzurro, come il più ossequioso dei mozzi, e si lasciano sferzare dal vento. Quel vento che, nella bella stagione, ha un odore tutto suo, inconfondibile. Arriva dal balcone semichiuso. Si insinua dispettoso, come un ospite che non aveva l'invito, ma ci prova comunque, e si imbuca alla festa. Lo sa anche Lui che le regole sono fatte per essere infrante.

Libri dati in prestito, con l'impegno di trattarli bene. Che i libri lo sanno se non li ami. Lo capiscono. E poi si vendicano.
Pranzi improvvisati, con una scusa un po' banale, nel silenzio perfetto di una perfetta serenità. Che sbagli a cercarla lontano. La serenità è discreta, e silenziosa, e sa stare nel palmo di una mano. Persino in una mano piccola, come la mia.
Una passeggiata col cane, alle tre del pomeriggio. Che non sai se sei più contenta tu, lui, o il cane. Forse siete contenti tutti, per una volta. E non ci vorrebbe il mare, no. Perché ci vuole sempre qualcos'altro per essere felici?

E mi riaccompagni a casa a piedi. A piedi. Senza la frenesia insopportabile delle auto. In perfetta sintonia con il ritmo di una giornata che ha fatto della calma il suo vessillo inattaccabile. Persino la città sembra voler fare la sua parte. Se ne sta zitta zitta. Ammutolisce al nostro passaggio.
Ci si saluta con un sorriso, un sorriso che ha il sapore delle cose vere in un mondo difficile, ed ognuno torna ai suoi impegni. Che la vita chiama, e se le cose belle durassero in eterno non sapremmo apprezzarne la magnificenza.

E va bene così. Senza parole.

lunedì 20 giugno 2011

Che rumore fa la Felicità?

Credo esista una cosa peggiore della cattiveria. Peggiore di un tacco che si rompe, nel bel mezzo di un primo appuntamento. Peggiore della disonestà. Peggiore del mascara che cola, e del rossetto sbavato. Peggiore dell'ignoranza. Peggiore di un ritorno a casa inaspettato. Che tu volevi fargli una sorpresa, ma lui ne ha fatta una a te, facendosi trovare nel tuo letto, tra le tue lenzuola di seta, o di flanella, o di cantù, mentre Lady Smorza-Candela Godiva lo cavalcava allegramente.
Peggiore, persino, di tutte queste cose messe insieme.
La chiamano Ignavia. L'assenza di volontà, e di forza morale. L'ozio, e la codardia, di chi si crogiola in una scusa vecchia quanto il mondo. E, quanto il mondo, stanca di animare la stoltezza di certe bocche. "Le cose stanno così, io sono fatto così, non posso farci nulla".
Evidentemente, sei fatto male. Perché ci si può sempre fare qualcosa.

Gandhi diceva: "La vera forza non deriva dalle capacità fisiche, ma da una volontà indomabile".

C'è bisogno di persone coraggiose al proprio fianco, e di amori coraggiosi.
Quando siamo venuti al mondo, nessuno ci ha detto che sarebbe stato facile. Ma neppure ci hanno detto che non avrebbe potuto essere bellissimo, ed emozionante.
E' semplice cullarsi nel dolore, o nell'insuccesso. Richiede minor fatica, e minor coraggio. Più difficile, invece, è scavare dentro sé stessi, nella parte di noi che meno ci piace, quella parte che fingiamo persino di non avere, e trovare la forza di cambiare. Convertire un dolore in una risata.
Una sconfitta in un'occasione per rimettersi in gioco. Di nuovo, e più duramente. Una fine in un punto di partenza. Un traguardo mancato in un nuovo inizio, tutto da guadagnare.
La Tristezza in Felicità.

La Dichiarazione di Indipendenza americana annovera, tra i diritti inalienabili della persona umana, al pari della Vita e della Libertà, la Ricerca della Felicità. E non è il titolo di un film.
Capite? La Felicità viene messa sullo stesso piano di importanza, e di imprescindibilità, della Vita e della Libertà.
C'è chi lotta contro l'aborto, e chi a favore dell'eutanasia. Si ingaggiano guerre in nome della libertà di pensiero, e di espressione. Ci si indigna davanti alla sua assenza .. e poi .. non si combatte per la propria Felicità?

Diventate soldati della gioia. Marciate tra le fila di un regime che fa del sorriso la sua sola dittatura. Scoprite chi siete, e diventatelo. Siate ambiziosi nei progetti, e generosi nei sentimenti. Anelate l'amore, e non accontentatevi delle giustificazioni. Sappiate indignarvi per il dolore che vi viene recato gratuitamente. Ma poi, sappiate anche lasciarlo andare. E, con lui, sappiate lasciar andare la persona che ve l'ha procurato. Trattenete chi vi regala serenità, e spensieratezza. Ma aspettatevi che, un giorno, possa presentarvi il conto. Se lo fa, abbiate la memoria lunga, e ricordate che la Vita ha contratto un debito nuovo con voi. Presto o tardi, dovrà saldarlo. Se non lo fa, sappiate essere grati. E riconoscenti. Ma non fate della riconoscenza il vostro aguzzino.
Allontanate chi vi deruba il cuore. Concedete una possibilità a chi merita. Ma sappiate che il trucco sta nel capire chi lo merita davvero. Lasciatevi sedurre dalle parole, ma non permettete loro di ingannarvi. Applicate il Teorema del Silenzio: zittito il suono delle parole, restano soltanto i fatti. Se quelli non vi convincono, c'è qualcosa che non va. Trovate il coraggio di riconoscerlo.
Combattete per ciò in cui credete. Comprendete l'importanza di credere in qualcosa. In qualsiasi cosa.
Pretendete la Felicità come fosse un diritto. Non abbiate dubbi sul fatto che lo è davvero, e non commette l'errore di cercarla negli occhi, o nel cuore, di qualcun'altro. La Felicità è in voi, dentro di voi. Non intorno a voi.
Quando lo avrete capito, cominciate a lottare per essa.

Ogni giorno è un buon giorno per essere felici.

Copyright Viola Editrice

mercoledì 15 giugno 2011

Luna comunista.

Unghie laccate di rosso. Un bicchiere di vino rosso. Uno chignon stretto alla nuca, con un nastro di raso rosso.
Stasera imito la Luna, e mi coloro di rosso.
Rosso come l'imbarazzo di cui si veste ascoltando i complimenti, e le lusinghe, di cui sarà oggetto, questa notte. Quando, grandi e piccini, col naso all'insù, punteranno il dito e, in tono ossequioso - come al cospetto di un'antica Signora - sussurreranno: "Guarda che bella!!"

Luna. Lontana o vicina. Conosciuta o inesplorata. Ancella silenziosa della Madre Terra. Spettatrice discreta, e un po' ruffiana, delle più belle storie d'amore. Sei costretta, da sempre, ad arrivare seconda. Plebea per nascita. Rispettosamente subordinata al grande pianeta intorno al quale ruoti da troppo tempo.
Un giorno, ti ribellerai. Rovescerai il regime. Sovvertirai il trono, e le leggi secolari della fisica. Conquisterai il ruolo da Regina che ti spetta. Calzerai la corona che meriti.
Credo sia questo che intendono quando parlano di moto di rivoluzione degli astri.

Tra una parola di troppo, ed uno sguardo rubato ad uno spicchio di cielo, mi viene in mente una bella frase che fa: "Se guardiamo la stessa Luna, non siamo poi così lontani ... " ..


Nessuno muore vergine. La Vita fotte tutti.

Davanti ad un dolore, hai tre scelte. Tre possibili alternative.
Puoi lasciare che ti annienti.
Puoi lasciare che ti definisca in negativo.
Oppure, puoi permettere che ti fortifichi.

Qualche volta, mi sono lasciata sedurre dalla prima, e conquistare dalla seconda. Il cinismo è facile, suggestivo, accattivante. La disillusione una compagna affidabile, e poco invadente. Il disincanto, la più bella primogenitura.

Quando guardi troppo a lungo le stelle, anche le stelle diventano insignificanti.

Più spesso, tuttavia, ho optato per la terza. Perché l'istinto di sopravvivenza, e di conservazione, è connaturale ad ogni essere umano. Lo si lascia prevalere in maniera inconscia, inconsapevole, involontaria. Siamo fatti per lottare. Per vivere dritti. Per vivere in piedi.

Ho smesso di essere arrabbiata con la Vita, quando ho capito che, qualunque cosa lei faccia, vincerò Io.

venerdì 10 giugno 2011

Un giorno, sarò schifosamente felice.

Sei bellissima.

Incantevole.

Meravigliosa.

Perfetta.

Assolutamente perfetta.

Ma ...

C'è sempre un "ma". Ne percepisco l'arrivo prima ancora di ascoltarne il suono. Ed allora, il cielo si abbassa di un altro palmo.

Così, ogni sera, da sei anni, vado a dormire sola. In un letto troppo freddo, su un cuscino troppo scomodo. Chiusa nel dorato isolamento di questa decantata perfezione.
Vorrei essere meno perfetta e più amata. Vorrei un amore senza se e senza ma. Un amore senza incertezza alcuna. Un amore che sia un imperativo categorico. Non un condizionale ricorrente.

Mi guardo intorno, anche quando non vorrei, anche quando mi pare di non farlo, e vedo, inevitabilmente vedo, molte delle mie amiche fidanzate e felici. Non che la prima sia condizione sine qua non della seconda. Eppure, felici lo sono. O, almeno, lo sembrano.
Altre, invece, chiudono una storia per trovarne un'altra subito dopo. Non avranno trascorso più di sei mesi da sole, nell'arco di tutta quanta la loro vita. Maratonete dei sentimenti, sono pronte a dichiararsi innamorate ogni volta.
Ed allora mi domando come sia possibile che, per alcuni, l'amore sia tanto facile. Così grossolanamente a portata di mano. E per altri, invece, doloroso, difficile. Ed introvabile.

Mio padre, qualche tempo fa, mi ha detto: "In amore, pagherai caro, ogni giorno, il prezzo della tua intelligenza. A meno che, tu non riesca a trovare qualcuno che sia forte, ed intelligente, quanto te. Starti accanto non è facile. Sei troppo complessa, troppo ricca di sfumature. Le persone faticano a starti dietro, e quindi preferiscono lasciarti andare, invece di seguirti .." ...

Insomma, pago lo scotto di quella che sono. E, soprattutto, di quella che non sono. E, forse, io non sono il tipo di ragazza di cui i ragazzi si innamorano. Dovrei accettarlo come un dato di fatto, al pari dei capelli ricci, o della voglia di caffè sul ginocchio destro. C'è. E' lì. Nulla può cambiare l'oggettività di questa semplicissima realtà.

Ti ho dato la parte migliore di me. E non è bastato. Ti ho mostrato il peggio di me, ma neppure quello ti ha trattenuto. Mi viene in mente una vecchia citazione che fa: "Amami quando lo merito meno, perché sarà quando ne ho più bisogno".
Avrei voluto tenerti per mano, nei pomeriggi di sole, quando la gente, invidiosa e stupita, guardandoci avrebbe pensato: "Che bella coppia!! Sembrano fatti apposta per stare insieme!!"
Avrei voluto che conoscessi ogni cosa di me. Ed ogni cosa avrei voluto imparare di te.
Avrei voluto rendere più serene le tue giornate, ed essere la ragazza per la quale avresti detto: "La mia vita è cambiata da quando l'ho incontrata .." ..
Avrei voluto insegnarti l'amore. Il mio.

Ho pianto, ed ho trascorso notti insonni. Con le mani strette a pugno, intorno ad un delfino di peluche. Che, come me, ha paura del buio. E, come me, da oggi, imparerà ad essere forte. Più forte ancora. Così che il suo cuore diventi uguale al mio. Limpido e cristallino, come il diamante. Ma, al pari del diamante, duro ed impossibile da scalfire.
Dall'esigenza di non ferirsi nasce il bisogno di difendersi.

Ho desiderato che le cose cambiassero. Che, per una volta, andassero come volevo io. Ho sognato la protezione di un abbraccio, la gioia di un ritorno, il coraggio di una scelta, la sicurezza di un sentimento che non conosce dubbi, o incertezze, il ricordo di quei baci che non ho dimenticato.
Nulla di tutto questo è accaduto. Ed ora, devo ricominciare. Una volta ancora. Una volta in più.

Cuore mio, ti prego, non stancarti mai di amare, e di ripetermi: "Diventerai ciò che già sei. Una guerriera. Una guerriera felice!!"

domenica 5 giugno 2011

La gruccia dell'amore.

"Amo la gente che si ama, che sa amarsi. Ha un vestito migliore, cucito addosso con l'ago dell'anima. E lo regala, senza guardare la misura. Perché l'amore non si prova. Si indossa direttamente .. " [ M. Bisotti ]

Non è un abito di Roberto Cavalli. Non è una gonna di Versace. E neppure un tubino nero di Gucci.
Se Coco Chanel mi sentisse, si rivolterebbe nella tomba.
O forse no.

Non lo noti in vetrina, passeggiando lungo il corso con le amiche. Non resti a fissarlo, sbigottita, mentre fai mentalmente il calcolo dei tuoi risparmi, e valuti sotto quale ponte saresti costretta a vivere se ti concedessi il lusso di comprarlo.
Ponte Milvio. Ponte Vecchio. Ponte dei sospiri .. ecco si, il Ponte dei sospiri potrebbe andare bene. Pare che gli affitti siano calati, e si trovi ancora qualche cartone di seconda mano con il quale avvolgersi nelle notti d'inverno.

Non entri in un negozio per chiedere la taglia. E neppure arricci il naso se non ti fascia bene il sedere, oppure non tiene alti i seni. Mamma Gravità se n'è andata in pensione.

Non scegli il colore che meglio si adatta alla tua carnagione. Il blu ed il verde si sposano all'oro degli occhi. Il rosso ed il nero preferibilmente d'estate. Con la pelle colorata di sole. Il rosa nemmeno a parlarne, e l'azzurro in qualche rara occasione.

Non ti atteggi a modella, davanti al riflesso di uno specchio muto - e non sempre accondiscendente - mentre mimi pose cinematografiche e pensi a quanto bello sarebbe se lui te lo vedesse addosso.

L'amore è come un golfino sbrindellato, ed apparentemente privo di valore, nascosto tra infiniti altri, su una bancarella americana, al mercato.
Ti tuffi alla cieca, in quella colorata confusione di stoffe, bottoncini, cerniere lampo, baveri e cuciture, ed inizi a cercare.
Quando disincanto e sconforto stanno per prendere il sopravvento, lo vedi e, da subito, senti che ti appartiene.
Lo vuoi, prima ancora di sapere di volerlo. Ed allora lo prendi, senza provarlo. Lo prendi sulla fiducia. Perché, se è quello giusto, sai già, in cuor tuo, che ti calzerà a pennello.

L'amore non ha bisogno di prove tecniche. Va vissuto. Non capito.