lunedì 28 marzo 2011

Diario di una viaggiatrice immaginaria.

Nutella, caffè, block notes e siti di viaggi. Mete, percorsi, destinazioni. Un infinito desiderio di partire. Allontanarmi da tutto. Ritornare da me.
Ischia. Capri. Isola del Giglio. Panarea. Cinque Terre. Inizia il toto-vacanza.
Vestiti leggeri, fiori e farfalle. Tacchi a spillo, e sandali di raso.
Il portafogli mi dice di restare con i piedi per terra. Io non l'ascolto, e volo felice.
Ultimo esame, ultimo sforzo. Poi, mare col sole, e martini col ghiaccio.
Il Nord o il Sud del Mondo. Ogni posto è un buon posto per ridipingere la vita. Una mano di colore, un tocco di salsedine, un soffio di vento.
La spensieratezza balla il tip tap sul parquet della mia mente. Il cuore è sereno. Non anela nient'altro, all'infuori di quello che ha. Di notte, lo ascolto chiedere a sé stesso: "Ma tu, sei ancora in grado di emozionarti?". La risposta è, immancabilmente, la stessa: "In questa materia sono stato rimandato a Settembre".

venerdì 25 marzo 2011

La geografia del mio destino.

Riccioli scuri, al profumo di mela.
Occhi di miele, vestiti di nero. Pastosa mistura di rimmel col sale. Giovane Pierrot, dall'aria imbronciata.
Una sola fossetta, a destra del volto. Da bambina ne contavo sicuramente due. Crescendo, tuttavia, molte cose vanno irrimediabilmente perdute, lungo il cammino.
Io, ho perso la seconda fossetta.

Al terzo albero di betulle, gira a destra. Percorri, con calma, il sentiero scosceso, ammantato di ciottoli e ricoperto di erbacce. Togli le scarpe, e cammina in silenzio. Entra nella mia vita in punta di piedi.

In cima, quattro vecchie panchine, provate dal vento, e dalle disattese speranze, contemplano silenziose uno strano suicidio. Si racconta che, ogni giorno, ad una certa ora, il sole muoia nel mare.

Mi trovi seduta lì. Sulla sinistra. Il lato del cuore.
Un libro tra le mani. E, nelle tasche, la voglia di essere felice.

venerdì 18 marzo 2011

0.46

... un cuore riunito. Profumo di pioggia. Ricordo di fragole, e di ciliegie. Fogli di carta, fili di perle, ed un pensiero ricorrente. Pizzi, merletti, strisce o pois. Una festa anni sessanta.
Oggi leggo la storia del mondo. Imparo la classe operaia. Traccio confini immaginari di terre sconosciute.
"Se solo piovesse dal basso verso l'alto, mi aggrapperei alla prima goccia che sale".

Buona notte. Alle cose che non so dire. Ai pensieri che non so tacere. Ai vaffanculo meritati. Ai sorrisi regalati.
Buona notte. Anche se la giornata non è andata come speravi. Anche se il sonno non arriva. Anche se domani non sarà un altro giorno, come in quel film. Anche se il dolore ha imparato
perfettamente cosa sia la puntualità.
Buona notte a chi mi fa stare bene. E non lo sa. O forse lo sospetta.
Buona notte al mondo, che non si ferma. Agli amori che non ci sono. Agli amori che se ne vanno. Alle canzoni che li raccontano.
Buona notte a chi aspetta, poggiato al vetro di una finestra. Buona notte ai principi, e alle principesse, che infondo vivono in ognuno di noi.

mercoledì 9 marzo 2011

La sindrome dei guanti spaiati.

Perché quando il freddo incalza, e le mani diventano livide, il secondo guanto scompare sempre.
Misteriosamente. E non c'è verso di ritrovarlo.
Si mettono d'accordo, i due. Se c'è l'uno, non può esserci l'altro. E' matematico.
Così, ogni anno, ne compri un paio nuovo. Ed ogni anno, puntualmente, la coppia scoppia.

Per tutta la vita mi sono sentita un guanto spaiato. Alla ricerca, costante, della parte mancante.
Oggi comprendo che la solitudine non è una condanna. Anche se fa paura.
La solitudine è un'opportunità. Irrinunciabile.
E' il silenzio che ti permette di ascoltare te stesso. Il cemento attraverso il quale costruisci le fondamenta della tua persona. Il colore delle tende alle finestre del cuore. La staccionata bianca, dipinta a mano, in un pomeriggio di sole, per proteggere i sogni. E le speranze.
E' l'altalena che ti spinge in alto. Così che le punte delle tue scarpe di bambina possano toccare il cielo, e le sue nuvole. O almeno illudersi di poterlo fare.
E' la cassetta della posta. Custode silenziosa, ed apparentemente indaffarata, di saluti e cartoline che hanno attraversano i porti del mondo, i suoi profumi, i suoi mille occhi, prima di posarsi sulle tue belle mani.
E' un saluto di benvenuto. A chi saprà meritare il tuo mondo. Quel mondo che hai costruito in silenzio. Giorno. Dopo giorno.

giovedì 3 marzo 2011

Ma il cuore, ce l'ha una casa?


Oggi, un bimbo: "Ma il cuore sta sempre nello stesso posto, oppure, ogni tanto, si sposta? Va a destra e a sinistra?".

Io: "No, il cuore resta sempre nello stesso posto. A sinistra .. " ...

Poi, un giorno, crescerai. Ed allora capirai che il cuore vive in mille posti diversi, senza abitare, davvero, nessun luogo.
Ti sale in gola, quando sei emozionato. O precipita nello stomaco, quando hai paura, o sei ferito.
Ci sono volte in cui accellera i suoi battiti, e sembra volerti uscire dal petto. Altre volte, invece, fa cambio col cervello.

Crescendo, imparerai a prendere il tuo cuore per posarlo in altre mani. E, il più delle volte, ti tornerà indietro un po' ammaccato. Ma tu non preoccupartene. Sarà bello uguale. O, forse, sarà più bello ancora. Questo, però, lo capirai solo dopo molto, molto tempo.
Ci saranno giorni in cui crederai di non averlo più, un cuore. Di averlo perso. E ti affannerai a cercarlo in un ricordo, in un profumo, nello sguardo di un passante, nelle vecchie tasche di un cappotto malandato.

Poi, ci sarà un altro giorno. Un giorno un po' diverso. Un po' speciale. Un po' importante. Quel giorno, capirai che non tutti hanno un cuore.


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