martedì 12 luglio 2011

Signs.

... l'oroscopo di questa mattina: "Le stelle, oggi, vi spingeranno a sbarazzarvi di alcuni inutili scrupoli che ostacolano i vostri progressi. Sarete sorpresi nello scoprire come l'amore sia a portata di mano".

Venti minuti dopo, in una copisteria del corso, una di quelle che ho frequentato spesso in questi lunghi, e faticosi, anni universitari, senza che succedesse mai un emerito niente, due occhi azzurri, incastonati su un sorriso da incanto, mi hanno fulminata.
Ora, potevo starmene zitta, aspettare pazientemente il mio libro, alleggerirmi ancora un po' il borsellino da bimba che mamma mi ha regalato quando avevo quindici anni, impallidire all'idea della mole di studio che, anche questa estate, mi terrà compagnia, e andarmene a casa, mogia mogia, sotto il cocente sole di Napoli.
E invece no.
Erano senz'altro belli i tempi in cui si scrivevano lettere a mano - carta, penna e calamaio - o si restava incollati al telefono, tutta la notte - attacchi tu o attacco io?
Ma quanto è dannatamente più semplice, e meno compromettente, chiedere: "Ti trovo su facebook?" ...
L'occasione va creata. Lo dice anche una pubblicità.


... un paio d'ore dopo, me ne stavo col naso schiacciato contro una vetrina, ad ammirare un'orgia di borse che, consapevoli della loro straordinaria eleganza, davano bella mostra di sé con fare noncurante.
Ho fatto per andarmene, ed ho imboccato l'angolo che svoltava a sinistra, calcolando mentalmente quanti soldi mi fosse già costata l'imminente vacanza, e sentendomi terribilmente in colpa all'idea di spenderne ancora ( molti ) altri.
Poi, quasi senza rendermene conto, mi sono infilata come una scheggia in quel negozio, ed ho detto, semplicemente: "Voglio questa". Mentre mi chinavo a guardarla, la filodiffusione ha riempito l'etere con le note di una canzone: " .. sei un'emozione inaspettata, un sogno indescrivibile .." ... ed allora ho ripensato ad una persona che, fino a pochissimo tempo fa, rappresentava il mio incerto presente. Mi è tornato alla mente che quella era la "nostra" canzone. Poi, ho capito che di "nostro" non abbiamo mai avuto nulla. Ed ho comprato la borsa.
Fuori il vecchio, e dentro il nuovo. Senza che il cuore avvertisse nessun anelito di rimpianto.
Sono guarita.

... nel tardo pomeriggio, mamma urla, dalla mia camera, di correre a darle una mano, che una cascata di libri è venuta giù dall'armadio, e lei non ci si raccapezza.
Ho iniziato a mettere ordine, con l'idea di buttar via le cose inutili, e superflue, coperte dalla polvere del "poteva essere e non è stato", oppure "é stato e meno male che è passato" .. ed ho trovato un vecchio libro, un caro ricordo della mia insegnante di inglese, al primo anno di liceo. Il gabbiano Jonathan Livingston.
Anni dopo averlo letto, lo prestai a qualcuno che amavo molto. Oggi, a distanza di sei anni, ancora rappresenta un enorme punto interrogativo e, senza saperlo, si porta a spasso un pezzo della mia vita.
Il libro ho voluto che me lo restituisse. Quei piccoli brandelli di me, invece, glieli lascio. Forse, un giorno, gli saranno utili. O forse no. Forse, un giorno, ancora lo faranno sorridere, o arrabbiare. Forse, un giorno, li lancerà in aria, come il più bravo dei giocolieri, e li restituirà al vento, e alle sue correnti. Forse, un giorno, saprà cosa farsene. Per adesso, non ha importanza. Per adesso .. va bene così. Senza parole.

Sull'ultima pagina di quel vecchio libro, con la mia calligrafia da quattordicenne, scrissi: "L'amore è un firmamento immaturo, un arcipelago di stelle cadenti ... " ...
Perché se lo scrivi dura. E, a distanza di undici anni, quella scritta c'era ancora.

E' come se oggi, Futuro, Presente e Passato si fossero incontrati e scontrati, nel respiro di poche ore appena. Troppi segni, troppe coincidenze, perché io possa considerarle semplici casualità.
Certi giorni, la Vita ti parla in silenzio. Se tendi l'orecchio, puoi ascoltarne la voce. Se lasci che l'anima si apra al Destino, e dal Destino si faccia sorprendere, puoi trovare le risposte che cercavi da tempo. Come un regalo di mezza estate, che non avevi chiesto, e neppure speravi di ricevere.
Per cui, Signora Vita, io la ringrazio sentitamente. Mi è stata di grande aiuto. Ma non creda di aver estinto il suo debito. Ha un conto ancora lungo da saldare.

Tra venti giorni parto. Abiti corti e leggeri. Schiena scoperta e sandali nuovi. Spalle nude, e nastri di raso per i capelli. Spille, orecchini e trucco leggero.Cocktail di mille colori ghiacciati. Musica, ed allegria, ad ogni ora del giorno, e della notte. Per scandire il ritmo delle cose che mi sono persa, e che ora merito di recuperare. Doveri, obblighi e scadenze mi faranno "ciao ciao" dal molo. Loro restano a terra. Mi imbarco io soltanto. E la mia valigia è troppo zeppa di esperienze nuove da vivere per ficcarci dentro anche quelle vecchie. Se mai qualcuna di queste dovesse trovare il modo di imbucarsi, posso sempre lasciarla annegare in acqua.

Credevo di dover aspettare l'arrivo delle vacanze per partire. Solo ora mi accorgo di essere in viaggio già da molto tempo. Pronta, e desiderosa di emozioni nuove, scintillanti di infinite possibilità inesplorate.

Perdonate l'assenza. Avevo preso le distanze da me stessa. Ora, mi sono ritrovata.