giovedì 8 agosto 2013

Waiting for Bol: impressioni di una partenza annunciata

E, nello spazio di un respiro, fu il giorno prima. Abiti disseminati sul letto, senza una logica precisa, se non quella di buttare le cose alla rinfusa - e la vita anche - quando t'accorgi che non è possibile, e neppure umano, avere tutto sotto controllo; valigie che faticano a chiudersi, mentre il cervello si affanna nel disperato tentativo di trovare una soluzione ingegneristica che permetta di infilare l'inverosimile in uno spazio tanto angusto - chi scrisse: "Impossible is Nothing", probabilmente non si era mai spinto oltre il giardino di casa; cellulari che trillano senza pietà, e senza posa: la mamma mi ricorda gli antistaminici, le amiche di rilassarmi, gli amici di trombare come se non ci fosse un domani, il papà di stare attenta - niente alcol, niente tuffi, niente acqua fonda, niente rocambolesche acrobazie, niente sole dopo mezzogiorno, niente corse clandestine, niente caramelle dagli sconosciuti ... insomma, niente!!

La voglia di partire è, insieme, l'avventuroso desiderio di andare verso qualcosa, ed il bisogno, solo vagamente inconsapevole, di fuggire da qualcos'altro. Un espediente comune, per fare fesso il pensiero. Ma il cuore ha gambe che non vedi. E sono gambe forti: sanno macinare chilometri e coprire distanze oceaniche. Da costa a costa. Da polo a polo. Beffando i punti cardinali e doppiando gli orizzonti. Un Magellano post-moderno dei sentimenti, che sa come circumnavigare il doppiofondo poco frequentato dell'anima.
L'amore - come la sua assenza - non conosce geografia, se non quella che traccia le rotte del cuore passando dagli occhi. Ed il cuore te lo porti appresso. Ti si infila in valigia zitto zitto, e non si schioda. E' un cuore scostumato.


Così, nei pomeriggi accartocciati di voglia e di stanchezza, il sorriso più bello te lo regalano loro. Compagni di viaggio, certo. Ma, sopra ogni altra cosa, compagni di Vita: Raffaele che: << Tranquilli. Nella mia auto, viaggeremo io ed Antonia, così non ci schiattate le palle voi, e la musica. Spazieremo dal Rock a Ligabue, passando per le nuove hit ed un po' di sano Blues. Al bando i razzismi musicali. PaceAndLove!! >> Non è mica facile essere il mio migliore amico - ( Ligabuesempresialodato ); Mary, che una telefonata di pochi minuti appena diventa una conversazione lunga due ore, perché di questo viaggio condivideremo le parole, le emozioni che ci portiamo da casa e che faranno pendant con quelle locali, la voglia di crescere e di sperimentare ... magaripurequalchevestito; Ciro - una profusione di soulful music e battute sconce - sa che la cosa più importante non trova certamente posto in valigia: l'amore gli cammina a fianco, spalla a spalla; Luisa e il suo Diario di Bordo: ci ha tenuto compagnia in questi giorni antecedenti la partenza, e ci ha fatti più uniti ancora, se mai fosse possibile; Michele, che mi auguro si sia portato dietro tutta l'allegra fattoria: foche e galli sono particolarmente quotati, di questi tempi ( lui sa cosa intendo dire ); Peppe, e quelle chiacchierate che sanno cambiarti gli occhi, ed il modo di posarli sul mondo; Mario&Stefano, perché Dio li fa, li accoppia, e dopo li spedisce a rompermi le palle nei modi più sadici che l'umano ingegno sappia concepire; Nunzia, che una nuova amica non poteva certamente mancare.


Quanto a me, durante lo shopping pomeridiano dell'ultimo minuto, ho trovato una t-shirt con sopra la scritta: "Love yourself  is The Secret". Ho pensato fosse un segno, e l'ho comprata. La indosserò domattina, per il viaggio. E' azzurra, come il cielo terso d'estate, senza nuvole. Guardandola, mi sono tornate alla mente le parole di mio padre: << Dovresti indossare qualcosa di quel colore. Ti dona tantissimo. >>
Nulla accade per caso.



giovedì 1 agosto 2013

Agosto

Agosto di cambiamenti. Di valige da fare, e da disfare, e poi da fare un'altra volta. Una volta in più. Una ancora. Agosto di resa dei conti. Agosto di conti che devono tornare. Agosto che è un ultimo sforzo di pazienza e, poi, chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdammece 'o passat, se il passato s'è scordato di noi.
Agosto di cavalli di razza che si vedono all'arrivo. Nel senso che, giunti alla fine, al traguardo, al capolinea, aquellochecazzovipare, bisogna stare a vedere com'è che si rimettono in corsa, e si lanciano nuovamente al galoppo.

Agosto che mi devi portare bene. O, almeno, mi devi portare. Da qualche parte. Una qualunque. Basta che mi porti. L'immobilità mi manda al manicomio. Agosto di coraggio preso a due mani. E di prese di posizione. Perché va bene tutto. Tranne le prese per il culo. Per quelle, abbiamo già dato. Abbi pazienza. Agosto che, col caldo, ci si deve spogliare non soltanto dei vestiti: via pure le maschere, le bugie che feriscono, gli inganni che fanno lo sgambetto alla fiducia. E quella, povera, inciampa. Agosto senza saldi. Senza sconti di onestà.
Agosto che un vincente trova sempre una strada. Un perdente una scusa. Agosto di punti di rottura. Non più di sutura. Ho finito ago e filo. Adesso è dentro. O fuori. Agosto senza scuse.

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