tag:blogger.com,1999:blog-80100364530496505212024-03-13T17:35:15.781+01:00 Nel giardino dei ciliegiAntonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.comBlogger227125tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-71415702003765199472016-03-05T19:20:00.001+01:002016-03-05T19:20:25.139+01:00Io non sarò mai una donna da "niente carboidrati dopo le 18": mi piacciono le spaghettate aglio olio e peperoncino a l'una di notte e, praticamente ad ogni pasto, mi verso addosso quello che sto mangiando perché la mia coordinazione braccio-bocca è pessima.<br />
Non mi trucco per andare in palestra e, nel cassetto delle mutande, accanto alle autoreggenti e ai body in pizzo nero, ho una scorta di calzettoni in pile, ultraresistenti, alcuni dei quali maculati: perché la stoffa pezzata mi ricorda il manto del mio cagnolino adorato. E ne vado fiera. Molto fiera.<br />
Non so mettermi in posa davanti alla macchina fotografica. Gli sguardi seducenti - con labbra socchiuse, capello selvaggio e 189 filtri di correzione - funzionano solo sulle altre: io sembro una cretina, e preferisco fare la donna invece che la gatta morta molto viva. <br />
Non mi sparo selfie nei bagni pubblici dei ristoranti, abbarbicata come una scimmia sopra il lavandino, e non li invio ai miei ex uomini. Specie se sono fidanzati. <br />
Ho delle tette magnifiche, scrivo con i capelli sollevati in una crocchia casuale sopra la testa e soffro di una malsana tendenza a mettere in mostra il cervello.<br />
Non ballo il tango, non tiro di scherma, non mi definisco nevrotica perché fa tendenza, non cito autori stranieri per apparire colta, non propongo corse dentro i carrelli Ikea per sentirmi alternativa: qualche volta ho lo smalto sbeccato sopra le unghie, detesto i cinici e le borse, ho forti dubbi sul fatto di sembrare sexy pure quando dormo, e sono fermamente convinta che fare l'amore c'entri molto poco con la simulazione meccanica di pose pornografiche: una donna capace di fare bene l'amore, è una donna in grado di rendere ogni volta diversa dalla precedente.<br />
<br />
Antonia StoraceAntonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-72825595595249455642015-12-29T15:01:00.001+01:002015-12-29T15:04:37.977+01:00Nonno CarloNonno Carlo è morto quando avevo sei anni. Era il padre di mio padre. <br />
Il giorno dei funerali, mi portarono a casa di Nonno Gennaro e Nonna Rosina, i genitori di mia madre, così che non presenziassi ad un momento troppo difficile da sublimare per una bambina di soli sei anni. <br />
Quando rientrai, a pomeriggio inoltrato, trovai mio padre sdraiato di sbieco, con le scarpe penzoloni fuori dal letto, vestito di scuro. Leggeva un manuale di istruzioni. O, probabilmente, lo sfogliava soltanto. Vedendomi, mi accolse dicendo: "Oggi mio padre è morto, e tu non c'eri". <br />
Non so se questa cosa, papà, ricorda di avermela detta. Io, però, me la sono portata appresso da allora, per i successivi ventitré anni. La sentivo riecheggiarmi dentro come un severissimo rimprovero, per giunta immeritato. Cosa potevo saperne io, della morte, a soli sei anni? Io, che mi stavo appena affacciando alla vita e del mondo non conoscevo ancora nulla. Mi avevano detto di andare a casa dei nonni materni e l'avevo fatto. Avevo ubbidito. Perché, allora, venivo biasimata?<br />
<br />
Poi, qualche sera fa, sotto la doccia, un guizzo improvviso mi ha attraversato la testa bagnata. Il giorno della morte di Nonno Carlo, mio padre aveva trentadue anni. O giù di lì. Appena tre in più rispetto a quanti ne ho io adesso. <br />
Nell'immaginazione - certe volte impudente e meschina - dei figli, i genitori sono sempre stati adulti. Sono nati grandi. <br />
Per me, ad esempio, mio padre ha sempre avuto cinquantacinque anni, come oggi. Anche quando ne aveva venti. O ventisei. O trentadue. Quasi che non riuscissi a vedere l'uomo dietro il padre, o la ragazza con la gonna a ruota e i fianchi stretti prima che diventasse mamma. <br />
Perché immaginarli giovani significa vederli umani per la prima volta. E percepirli umani vuol dire ammettere che non sono infallibili. Che possono cadere. Possono sbagliare. Possono persino morire. <br />
Un figlio fa fatica a perdonarle certe umanità. <br />
<br />
Perciò, soltanto adesso capisco che mio padre perdeva suo padre mentre imparava a diventare mio padre. E quel: "Oggi mio padre è morto e tu non c'eri" non era affatto un rimprovero. Al contrario, era il suo modo, dolorante e sofferto, di aggrapparsi a me, alla persona più importante della sua vita, mentre un altro pezzo di vita veniva dato alla terra e alla polvere. <br />
Perciò, quando tornerò a casa, mi siederò a tavola e dirò a mia madre e a mio padre: "Raccontatemi chi siete".<br />
<br />
E' questo l'unico vero proposito che ho per il nuovo anno. E per quelli futuri.<br />
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Antonia Storace Antonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-69281776649074349282015-12-02T17:19:00.001+01:002015-12-02T17:19:39.192+01:00Di figli e coperteCerti gesti li fanno le madri.<br />
Piegare le coperte è uno di questi. <br />
Lei ne afferra la cima da un lato, tu la prendi dall'altro e, quando la stoffa è squadernata a mestiere, la piegate, per lungo, nelle due prime metà. Non paghi, ripetete la scena, come due commedianti sulle travi di legno di un palco, fino ad ottenere una benda liscia, tesa e senza ombre.<br />
Ci si allontana il più possibile per conquistare un risultato decente e non dover cominciare ogni cosa da capo. Ci si stacca di netto. Ciascuno dalla sua parte. Come quando vieni al mondo e abbandoni, di colpo, quella culla calda e liquida che era la pancia.<br />
Poi sopraggiunge l'epilogo, l'atto finale: il figlio, con il suo lembo di coperta stretto tra le mani, si avvicina alla madre. Lei resta ferma, aspetta paziente che lui copra le necessarie distanze e, quando finalmente arriva, raccoglie entrambe le estremità, se le porta all'altezza del petto e piega la stoffa per l'ultima volta, usando lo sterno come base d'appoggio. Lì, nello stesso punto in cui anche la sua testa di bimbo s'appoggiava, col naso gocciolante e i capelli sparati, prima che diventasse troppo alto per ricordarselo. <br />
Quel punto lì, di sterno e coperte, è punto d'approdo di ogni bene.<br />
Certi gesti li fanno le madri.<br />
Accogliere e raccogliere figli e lenzuola, ad esempio.<br />
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Antonia Storace <br />
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Copyright 2 Dicembre 2015Antonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-72130877961967880392015-11-23T14:54:00.000+01:002015-11-23T14:54:28.121+01:00Giornata Internazionale contro la violenza sulle DonneGli schiaffi non sono carezze.<br />
Mercoledì 25 Novembre - giornata internazionale contro la violenza sulle donne - presso la gelateria e centro policulturale Splash - in via Eurialo 104, Roma - alle 18.00, si terrà un incontro spettacolo, con il patrocinio della Capitale, l'intervento di associazioni attivamente impegnate, le riviste "Noi donne" e "A buon diritto", ed Amnesty International. <br />
L'obiettivo è denunciare una tra le forme di violenza, fisica e psicologica, tra le più subdole ed aberranti che esistano.<br />
Avrò l'onore di prendervi parte anche io, con un mio testo, insieme ad altre meravigliose scrittrici ed attrici, ciascuna delle quali metterà la sua storia, e la sua arte, al servizio di una giusta causa.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-zOyc20On9P8/VlMabZcBreI/AAAAAAAABoY/inl0i7B2IT8/s1600/12295478_10208514988935608_5272253170720055079_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-zOyc20On9P8/VlMabZcBreI/AAAAAAAABoY/inl0i7B2IT8/s400/12295478_10208514988935608_5272253170720055079_n.jpg" /></a></div>Antonia Storace<br />
Antonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-77021807882177056512015-10-30T12:14:00.001+01:002015-10-30T13:23:42.551+01:00In questi giorni, ho visto una donna di 62 anni prendersi cura di un uomo di 87, costretto in un letto d'ospedale. <br />
L'ho vista imboccarlo come fosse un bambino, sbucciargli le mele più buone e portargli l'acqua alla bocca con amorevole cura; l'ho guardata inumidirgli le labbra, passargli un panno pulito su quella fronte di nonno che il tempo ha disegnato con la grafite delle sue storie; l'ho vista fare esercizio di pazienza davanti ai capricci e tirarlo su, con le sue braccia esili e il suo coraggio di donna, affinché stesse comodo dentro quelle lenzuola bianche di niente; l'ho osservata mentre parlava con i medici, tenendo dritte le spalle davanti alla diagnosi di una vita che rifugge da ogni fasulla certezza.<br />
In questi giorni, ho visto una donna di 62 anni prendersi cura dell'uomo che le ha insegnato a guardare la linea d'orizzonte dall'alto delle sue spalle; che le ha montato le rotelle alla bicicletta, per farle sicura la strada. E poi gliele ha tolte, quando ha capito che nessuna strada è sicura davvero e le gambe devono farsi forti da sole; un uomo che ti porta all'altare e poi impara a camminarti dietro di un passo, senza farsi vedere, perché le presenze autentiche sono solide e non ingombrano. Quell'uomo che, per tutta la vita, racconti in due sillabe uguali, e ne accenti la coda alla fine, come in un guizzo di fulgida grazia che tende verso l'alto il suono più bello del mondo: papà.<br />
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Antonia StoraceAntonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-62530146850858500142015-10-10T12:11:00.001+02:002015-10-10T12:11:09.984+02:00Le strade di Roma sono pagine d'asfalto. Dichiarazioni d'amore, e di bombolette spray, ne vestono a tratti il manto bruno. E' come camminare sulle storie della gente, sopra i loro amori falliti, sopra le gioie strappate con i denti della non rassegnazione.<br />
Ieri mattina, mentre passeggiavo in Via Cerveteri, il piede destro mi è finito sulla parola "ritroveremo". <br />
Ritrovarsi è come trovarsi due volte. Concedere una possibilità di riscatto ad un verbo insoluto. Perché capita che trovarsi una volta sola non basti. E' necessario perdersi e poi incontrarsi ancora, dentro un verbo ostinato che non contempla la resa e, nei giorni difficili, sa amare e lottare più forte di tutti.<br />
Il piede sinistro, invece, ha calpestato la parola "invincibile". Che non può essere vinto, letteralmente. Che non si da per vinto. Che non cede. Che non si piega davanti all'ostacolo. Un eroe moderno, dentro un mondo di cinici e disincantati.<br />
Così, ieri ho camminato sopra una storia dura e difficile, che ha il coraggio di ritrovarsi e l'ardire ammirevole di impegnarsi ad essere invincibile.<br />
Mi è sembrata una bella storia. Una di quelle che, almeno una volta nella vita, tutti abbiamo vissuto.<br />
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Antonia Storace <br />
Copyright 10 Ottobre 2015Antonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-37529391003023526672015-09-30T10:35:00.000+02:002015-09-30T10:42:05.944+02:00La sposaAlla Stazione di Roma Termini c'è una donna vestita di bianco. Il corpetto a fasce incrociate le tiene alti i seni, e le strizza forte il cuore. Quasi a volerlo placcare, in quel tum - tum nevrotico che, certe volte, sfugge ad ogni umano controllo.<br />
La gonna è lo sbuffo ampolloso di un bambino annoiato, quando non vuole saperne di obbedire alla mamma. Ai piedi indossa un paio di sneakers rosso fiammante: due mini Ferrari con motore otto cilindri per correre lontani da un passato che non c'è.<br />
"Taxiiiiiiiiii", chiama con voce squillante, agitando le dita sottili nell'aria. Non porta anelli. Solo l'ombra di un segno più chiaro lì, dove un tempo deve averne indossato uno.<br />
"Taxiiiiiiiii", urla di nuovo. Poi prende il suo trolley verde speranza, lo adagia per terra e ci sale sopra. Come un marinaio di vedetta, allunga il collo, aguzza la vista, si volta a destra e poi a sinistra, così che nessun cavallo, carrozza, bici o auto sfondata possa sfuggirle. <br />
Nessuno si ferma. Eppure tutti la guardano. Il mondo le osserva sempre le persone capaci di sovvertire gli schemi. Le guarda incantato. Ma le teme troppo per potersi avvicinare sul serio.<br />
"Taxiiiiiii", e si siede sulla valigia. Scomodo sedile verde acido, con dentro chiusa tutta la sua storia.<br />
Allora si alza, drizza la schiena, atteggia le braccia come la dama di un valzer intorno alle spalle di un cavaliere fantasma ed inizia dolcemente a ballare. All'ultimo giro di danza, due mani l'afferrano. Lui indossa una camicia bianca come chi è senza peccato, e un pantalone lercio - tenuto su da due bretelle sottili - come chi ha camminato a lungo ed è caduto spesso. <br />
Lei non lo conosce. Lui non è il suo sposo. Lei non si è mai sposata. <br />
Questa sera, però, ha smesso di prendere il dolore sul serio e ha cominciato a prenderlo in giro. Ha indossato il suo abito sciagurato di promesse infrante, ha regalato il bouquet scomposto di rose bianche a una ragazza triste, e ha scelto di partire, di andare lontano, mentre il mondo la guarda incantato e la giudica perché la invidia.<br />
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Antonia StoraceAntonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-75334804258707044752015-08-21T11:06:00.000+02:002015-08-21T11:12:52.146+02:00Incipit<br />
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L'ha scalciato via con la punta delle scarpe. Poi ha raccolto i capelli in una coda alta, altissima, ed è rimasta a guardarlo. Lo faceva sempre, quando voleva pensare, quando qualcosa le frullava nella testa troppo forte, troppo veloce. Si levava i capelli dalla fronte, Anita. Li tirava indietro, in un laccio di ordine e rigore, come se questo potesse aiutarla a scoprire gli occhi e guardare meglio il mondo.<br />
E quando le è parso che il mondo fosse un po' più chiaro, è corsa a riprendere quel sasso bianco, piatto e liscio, perfetto per un lancio. Allora si è messa fronte al mare, Anita, ha flesso il polso e l'ha scagliato lontano, a pelo d'acqua, senza rimpianti. Ha fatto tre saltelli, il sasso. Tre cerchi pieni e tondi. Ed è colato a picco. Come il magone che Anita aveva in gola. E' colato a picco pure quello. Giù, giù, dentro lo stomaco. Ma è arrivato secondo, il magone. Prima di lui, dentro lo stomaco di Anita, c'erano già le sue paure, le sue vecchie insicurezze, quella tendenza scema a sentirsi piccola, a farsi un po' comandare la vita. <br />
Il medico l'aveva chiamata "gastrite nervosa", come se le si fosse stressato lo stomaco invece del cuore. Anita le faceva scendere sempre più in basso del cuore le sue streghe dell'anima, così che non potessero infestarlo e lo lasciassero in pace, pulito e senza ombre. Una landa rigogliosa e deserta in cui stendersi di schiena, pancia all'aria, a guardare il cielo. Allora quelle oltrepassavano il cuore e finivano nello stomaco.<br />
Perciò ha pianto, Anita. Per quel suo stomaco stressato e per il gran casino che c'era dentro. Ha pianto un pianto pulito e vero. Pieno di acqua e di sale, proprio come il mare quando ce l'hai di fronte.<br />
Hai il mare in faccia, dopo un pianto così.<br />
<br />
Giorgio si è messo alle sue spalle, le ha sciolto i capelli, lasciando che ricadessero liberi e disordinati. Come ad ordinarle: basta pensare. Poi l'ha presa per mano e le ha detto piano: "Vieni. Ti insegno a nuotare".<br />
<br />
Antonia StoraceAntonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-63595968563608459742015-08-03T10:47:00.001+02:002015-08-03T13:20:13.143+02:00Tra il Tirreno e lo IonioQuesto fine settimana, ho raccolto molte storie di donne. Ciascuna di loro aveva il tratto potente della rinascita, della ripartenza: dal letto nuovo dopo un tradimento, al trasferimento in una città lontana per inseguire un sogno.<br />
E parlo di Donne Donne, sia chiaro. Donne che hanno conosciuto i veri inganni della vita: dal dolore della malattia al rammarico di una separazione. Donne che sono donne e madri, bilance umane capaci di tenere in equilibrio ogni cosa. <br />
A guardarle non ci si crede. Ti chiedi come sia possibile che un solo cuore di donna possa raccogliere, dentro di sé, così tante storie, possa aver ricominciato così tante volte, possa aver urlato: "Ce la faccio. Giuro, ce la faccio", mentre il mondo intorno passava liscio e nemmeno le guardava. Se ne è accorto dopo, il mondo. Quando le ha viste attraversare nuovamente le sue strade con la falcata potente di due gambe che sono rimaste in piedi, dritte e belle, nonostante tutto. Allora le ha guardate, il mondo. Ne ha ascoltato il passo. E sebbene fosse quello di una sola donna, aveva il rinculo possente di un esercito in marcia.<br />
<br />
Non ci vogliono bussole per orientarsi, nella vita. Basta avere la fortuna di incontrare una donna come questa, e prenderla ad esempio. Io, in questi giorni, ho fatto scorta: ne ho incontrate cinque. <br />
<br />
La mia felicità è roba mia, ho scritto una volta. Non la delego a nessuno. <br />
Fate attenzione a credervi felici solo quando avete qualcuno accanto poiché, inconsapevolmente, state dicendo a voi stesse: posso essere felice solo se c'è lui; se lui se ne va, io sono finita. E invece no. Se lui se ne va - o anche se lei ne ne va - voi spostate i mobili in casa, partite da sole, andate al mare, leggete, leggete un sacco, compratevi un vestito giallo come il sole, tenete un diario, tagliatevi i capelli, siate ciò che avreste sempre voluto essere prima di credere che, per stare dentro ad una storia, fosse necessario adeguarsi. <br />
La gente vi guarderà e penserà che siete cambiate. Voi riderete, perché avrete cominciato ad essere voi stesse.<br />
<br />
E un'altra cosa voglio scrivere, prima di salire in macchina e partire per la Calabria. Non dite mai ad un'amica in difficoltà: "Devi tirare fuori le palle". Ma proprio no. Le palle le hanno assegnate agli uomini e loro - alcuni, non tutti - sanno come usarle. <br />
Una donna tira fuori la sua intuizione, il coraggio di una tigre che non si fa addomesticare, l' intelligenza emotiva, il talento multitasking che le rende capaci di fare mille cose insieme, e tutte bene. <br />
Le palle no, lasciamole agli uomini. Che quando ne incontri uno che le ha e sa usarle, giuro, è la fine del mondo. Perché certi uomini sono proprio la fine del mondo. Altri, invece, meriterebbero di andare affanculo fino alla fine del mondo. Ma questa è un'altra storia, di cui loro non sono protagonisti.<br />
<br />
Buone vacanze fanciulle belle. Vi racconterò anche questo viaggio, tra il Tirreno e lo Ionio.<br />
<br />
Antonia Storace Antonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-63088356041808771282015-07-22T22:22:00.001+02:002015-07-22T22:22:08.045+02:00Di sorrisi e lune verticaliQuesta sera, la luna è uno spicchio di luce verticale. Gli occhi di chi ancora guarda il cielo la puntellano ai lati, così che resti dritta, impalata sopra quella fitta trama di buio e di stelle, senza cadere mai. Come quando provi a camminare sulla punta dei piedi e le mani cercano, istintivamente, librerie e tavoli e credenze cui aggrapparsi.<br />
<br />
E' un sorriso messo strano, la luna, questa sera. Ti è caduto dentro qualche tempo fa, e ci è rimasto. <br />
Lui ha dimenticato di portarselo via quando se n'è andato. Si è preso tutto: il tuo meglio, il tuo peggio, il tuo insomma. Ma quel sorriso no, se l'è scordato. Così lei, di lui, oggi ha la storia di un sorriso cui mancherà sempre un angolo, una minuscola punta di preziosissima verità.<br />
<br />
Qualche volta te lo domandi. Ti chiedi se quel sorriso dimenticato non sia invece una scusa, il pretesto che lui ha scelto di lasciarsi alle spalle per poi poter tornare.<br />
Perciò, questa sera, vorresti che guardasse la luna, come stai facendo tu. E, ricordandosi di quel suo sorriso abbandonato dentro le tue costole, venisse a riprenderselo, portandosi appresso tutto il pezzo che manca.<br />
<br />
Stanotte, la luna è la lama pungente di un ricordo.<br />
Come quando provi a camminare sulle punte, e le mani cercano a tentoni i mobili intorno ma non trovano nulla.<br />
Allora tu cadi.<br />
<br />
Antonia StoraceAntonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-9369431451734241142015-07-20T12:41:00.001+02:002015-07-20T13:07:26.194+02:00Ieri mattina, bloccata nel traffico della Costiera Amalfitana - in direzione de La Feltrinelli di Salerno - in radio passava la canzone Grand'Uomo di Claudio Baglioni, nel verso che fa: "Ma ti giuro che, io sarò qualcuno e griderò al futuro il vento che c'è in me. Come è vero che c'è più tra zero e uno, che non tra uno e cento, ed uno è quello che ai carri chiude il passo, fa stramazzare il fiato, la morte porta a spasso <br />
e io chi sono stato per essere un grand'uomo. La fantasia è dove non c'è <br />
l'ipocrisia della realtà, e quel che dai di te mai niente te lo porterà più via. La poesia è come un'idea, non cerca verità la crea. E se non credi sempre in me fa che io creda sempre in te...".<br />
Era la tua canzone, la canzone di chi, qualche anno fa, è diventato un pezzo di cielo incastrato nel tetto del mondo.<br />
Quando l'ho sentita, ho capito che sarebbe andato tutto bene. Che tu c'eri, anche se non potevo toccarti. C'erano le Aquile, il profilo pulito delle loro ali possenti quando si stagliano in volo. Avrei alzato gli occhi in prossimità del sole e ti avrei visto, perché la poesia beffa la morte e fa eterna la vita. <br />
Per questo scrivo.<br />
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Ci sono giorni in cui il mondo indossa il vestito buono della domenica e da il meglio di sé. Così è stato questo fine settimana, all'associazione SpazioDonna di Salerno. Un centro di accoglienza per chi ha incontrato l'uomo nero dell'amore, ci ha vissuto insieme per un po' e, dopo avergli detto addio, si è rimessa in piedi, dritta e tesa come un fuso.<br />
Certe storie sono mostri travestiti. Certe donne sono bellissimi guerrieri. <br />
Certe storie sono mostri travestiti. Certe donne sono luoghi bagnati dalla luce, ed una parete di gelsomini ad affondarci dentro il naso.<br />
Certe storie sono mostri travestiti. Certe donne sono teste fine, scalatrici di sogni, lucidissime visionarie e costruttori di nuovi mondi possibili.<br />
Quando le seconde incontrano i primi, non c'è partita: i mostri perdono.<br />
Quando certe donne - che sono guerriere e luoghi, teste fine, lucide visionarie e costruttori di mondi - incontrano i mostri, ed il gioco perverso di chi ti vuole piccola ad ogni costo, questi affogano dentro il mare piallato della loro squallida dis-umanità. Li inghiotte l'abisso e la terra si rifiuta di sputarli fuori. Perché davanti a certe donne, c'è solo da tacere ed applaudire.<br />
<br />
Dopo questo fine settimana, ogni volta che un dolore nuovo proverà a varcare il confine dei miei giorni, farò come mi ha suggerito la mia amica Rita: chiuderò gli occhi, visualizzerò quel dolore e, con la mente, immaginerò di dargli un bel calcio in culo.<br />
Alla fine, avrò scansato il male e rassodato le cosce.<br />
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Antonia Storace Antonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-29242241793365398762015-07-15T23:06:00.001+02:002015-07-15T23:51:06.448+02:00Ho incontrato Sherlock Holmes e la sua ombra antica. Con vecchi trucchi da investigatore navigato, ho ingigantito all'occhio le rotondità del cuore: ho così scoperto che, in quel piccolo pugno chiuso, ci sono conche e ci sono spigoli, per accogliere e per combattere.<br />
Ho cercato Julia Roberts e Hugh Grant a Notting Hill ed ho capito che l'amore, qualche volta, è una piccola porta blu che resta chiusa. Il passato non vale più di una calamita dozzinale sul frigo verde acido di una cucina hi-tech. Se cade, e si rompe, è meglio. <br />
Ho chiesto aiuto a J.K. Rowling, ad Harry Potter, alla saggia barba del potentissimo Silente. Mi hanno detto che la magia abita in ciascuno di noi: si chiama intuito.<br />
Mi è parso chiaro che ogni storia è un'opera teatrale ed ognuna ha il suo fantasma ad infestarle il sonno: amori disastrati e disastrosi; fallimenti scomodi come scarpe troppo strette; ritardi accumulati sulla vita e i suoi traguardi.<br />
Si. L'amore esiste, ma va lavorato ai fianchi. Nessuna storia nasce perfetta e nemmeno, con gli anni, lo diventa. <br />
Diffidate da chi si vende per più di quel che è: piedi intrecciati sopra letti sfatti; fiori impalati dentro i vasi; luci di candela e calici di vino. Probabilmente, nel letto sfatto ci è passato qualche amante; l'acqua dentro i vasi puzza di marcio da giorni; le candele sono poco più che mozziconi di cera riciclati.<br />
<br />
La sfida delle sfide è amare qualcuno così com'è.<br />
<br />
La parola "difetto" viene dal latino, "difectus". Significa "mancanza". E le mancanze vanno riempite. Non cambiate. Sono piccoli buchi del cuore da colmare con altro cuore. Farlo spetterebbe a noi. <br />
Ma farcire d'amore quelle umane manchevolezze è un fine lavoro di travaso. Significa darsi, spendersi ben oltre la sufficienza in un mondo in cui l'amore è un sei politico in pagella e la mediocrità una scelta comoda.<br />
Cambiare no. Cambiare, chissà perché, spetta sempre all'altro. "Cambiare" è un verbo più facile di "riempire".<br />
Così facile che, talvolta, non si sceglie il tipo di persona con cui stare, ma il tipo di storia in cui impegnarsi. Ecco perché donne intelligenti, donne fuori dal comune, donne capaci di amare di un amore bello e tondo, come la luna quando è piena e senza sconti, restano fregate, a vantaggio di fanciulle più... semplici. Per così dire.<br />
Le prime sono storie in cui entrare con tutte e due le scarpe e tutte e due le palle. Per le seconde, invece, ne basta pure mezza. E a volte manco quella. <br />
Certe storie sono rosso fuoco. Altre rosa pallido. Nell'evoluzione delle cromie, un sacco di gente si perde.<br />
Perciò si, l'amore esiste. Ma non è roba per tutti. <br />
<br />
Antonia Storace Antonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-79571061757978893462015-07-14T16:06:00.000+02:002015-07-14T16:07:36.310+02:00Tutto inizia con un sognoQuesta l'ho comprata a Covent Garden. È il solo ricordo di Londra che ho portato con me: una scatolina in legno, vuota, ed il suo bellissimo insegnamento di vita.<br />
Ci sono lezioni che si pagano care. Altre costano appena tre pound.<br />
"Ogni cosa inizia con un sogno", dice la scritta.<br />
A me piace pensare che sia dedicata ai visionari, a chi scala le montagne dell'impossibile per renderlo possibilissimo, e poi ce lo fa vedere. <br />
Agli arditi, e agli ardenti di coraggio e di passione. <br />
Ai belli dentro, fuori e tutto intorno.<br />
Alle donne che hanno il cuore tondo come la pancia delle mamme. Agli uomini che sono padri con le spalle larghe. Poiché è sopra quelle spalle che noi figli guardiamo l'orizzonte per la prima volta. E non ce lo scordiamo più.<br />
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A chi crede sempre. Qualche volta si scoraggia. E poi riparte.<br />
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Antonia Storace<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-Ja8_vGXu46Q/VaUXPdtqHGI/AAAAAAAABoA/S0AVYi7Fu2Q/s1600/11000101_10207607240562466_4379422541917903996_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-Ja8_vGXu46Q/VaUXPdtqHGI/AAAAAAAABoA/S0AVYi7Fu2Q/s400/11000101_10207607240562466_4379422541917903996_n.jpg" /></a></div>Antonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-43263878566603787702015-07-05T23:11:00.000+02:002015-07-05T23:11:02.748+02:00Notte di pigiami senza maniche, e capelli raccolti. Notte di romanzi e di lenzuola fresche. Bello l'odore di bucato. <br />
Notte di proverbi: "Chi la dura, la vince"; "La speranza è l'ultima a morire"; "Chiusa una porta, si apre un portone" - a me basterebbe pure una finestrella che affacci sul mare. E qualcuno che mi cinga le spalle con dolcezza.<br />
Notte di canzoni, di mappe e di valigie. Voglio le atmosfere fumose degli anni '30; i bicchieri di whisky, i sigari e i pittori surrealisti; il charleston, le prime calze di nylon e lo Chanel n.5. <br />
Notte di dolcissima trepidazione, attese, memorie e facce pulite di serenità. Notte di stelle da perderci il conto. E di costellazioni da disegnare con la punta delle dita. Voglio un messaggio mentre dormo che dica, più o meno, così: "Ciao, non sapevo come entrare nei tuoi giorni ed allora ho pensato di scriverti mentre, probabilmente, stai sognando. Perciò, se non riuscissi ad abitarti la vita, proverò almeno ad abitarti i sogni".<br />
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Antonia StoraceAntonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-1272655774957742252015-06-30T15:56:00.000+02:002015-06-30T15:56:17.634+02:00Di corpi callosi e cuori a più maniQualche anno fa, tra le pagine di un libro sfogliato a casaccio, in biblioteca, ho letto che il corpo calloso - il "ponte" che unisce i due emisferi cerebrali - sarebbe più sviluppato nelle donne che negli uomini.<br />
Questo particolare tratto fisiologico ci renderebbe capaci di fare molte cose contemporaneamente.<br />
Qualora fosse vero, mi piace pensare, tuttavia, che il corpo calloso delle donne sia nel cuore, invece che nella testa, e serva a mettere in comunicazione il ventricolo destro con il ventricolo sinistro.<br />
Perché dove un uomo ragiona per compartimenti stagni - scegliendo la carriera, o l'amore, o semplicemente sé stesso, a seconda delle circostanze - il cuore di una donna ha mille mani. Per tenere più salda la presa. Per accarezzare più volte. Per costruire più ponti che muri. Per amare e lottare più forte di tutti.<br />
Per questo, quando una donna decide di aprire le mani e lasciar andare, va via tanto, va via troppo. Non resta nulla.<br />
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Antonia StoraceAntonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-89105477566514196692015-06-24T12:17:00.002+02:002015-06-24T12:21:22.237+02:00La pesca dell'ocaCi sono storie dopo le quali dobbiamo decidere se diventare fantasmi, ed alimentare la fitta schiera di impalpabili spettri che popola il passato di molti, o tornare ad essere persone, con tutto il carico di forza, risolutezza e coraggio che una scelta come questa implica.<br />
I tradimenti sono pugnalate nel costato. Mosaici di dolore, sfiducia e disamore che non smetti mai di ricostruire interamente. Viene fuori sempre un nuovo tassello, l'ennesimo macabro particolare della capacità, che alcuni hanno, di mentire, innalzando altari laici sui quali sacrificano gli scheletri della fiducia e del buon cuore. Quando ascolto le storie delle mie amiche, e provo a contenerne il dolore con le mani, lo vedo scivolarmi via. E' dolore liquido. Impossibile da trattenere. Riempie le crepe, si insinua nei solchi, diventa sete di vendetta, voglia di rivalsa e di giustizia: perché a certi stronzi bisogna rovinare la piazza, così che non possano più mietere vittime e ignare conquiste destinate al patibolo delle corna.<br />
Ieri sera, parlando con una di loro, mi sono venute in mente le feste di paese e le bancarelle con le attrazioni ambulanti. Ce n'è una, in particolare, che non mi esce dalla testa: la pesca dell'oca. <br />
Ecco, a volte penso che certi uomini - e dico certi, non tutti. E ribadisco categoricamente: certi, non tutti - siano le pennute oche di plastica col culo scoperto, che girano eternamente in tondo, nel loro laghetto artificiale. E noi donne - e dico certe, non tutte. E ribadisco categoricamente: certe, non tutte - siamo il braccio meccanico che le pesca. <br />
Dopo aver acchiappato l'oca di plastica, la guardiamo, registriamo il suo punteggio numerico e, se il premio che vi corrisponde non ci piace, la rimettiamo allegramente nella giostrina d'acqua, insieme alle altre oche di plastica con il culo per aria. Perché è questo che dovrebbe accadere dopo un tradimento. Se hai pescato un amore tarocco, e te ne sei accorta, non ci stanno santi: lo devi rimettere nel mazzo degli amori tarocchi. E andare oltre. <br />
C'è chi, nella vita, è destinato ad essere oca, e chi ad essere braccio. I primi nuoteranno sempre nel perimetro infelice e sicuro delle loro bacinelle. I secondi, faranno forti i muscoli della ripartenza, e preferiranno il mare aperto.<br />
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Antonia StoraceAntonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-19221422638405479472015-06-18T15:16:00.002+02:002015-06-18T17:45:58.743+02:00Scarpe grandi e materne malinconie"La sindrome delle scarpe spaiate". Oppure: "Come sembrare un clown in poche, semplici mosse". Ed ancora: "Quando un atto di maleducazione può salvarti da un'imperitura figuraccia".<br />
<br />
Si, perché se questa mattina non avessi poggiato i piedi sul cruscotto dell'auto, mentre Valerio guidava, non me ne sarei mai accorta.<br />
Qualche settimana fa, ho visto, nella vetrina di un negozio, un paio di scarpe di tela. Di quelle basse, con i lacci, e minuscoli fiorellini di campo stampati qua e là. Deliziose. Ho misurato il 37 destro e, poiché andava bene, le ho comprate. E le ho pure indossate. Le ho indossate spesso, in questi giorni. Erano comode, leggere, semplici da abbinare, specie per una come me, che si tuffa alla cieca nell'armadio. Poi, questa mattina, nel traffico cittadino di una Roma agghindata a vento di scirocco, la tragica scoperta. I piedi, appaiati sul cruscotto della Fiat Punto, apparivano visibilmente diversi: la scarpa sinistra misurava 40, invece di 37. Ed io ci sono andata in giro, conciata in questa maniera barbina, senza accorgermi assolutamente di nulla.<br />
<br />
E' stato in quel momento che mi è venuta in mente mia madre. Ed una fitta di dolorosa nostalgia mi ha spezzato il fiato.<br />
Da quando abito a Roma, non ho più modo di ascoltarne, quotidianamente, le raccomandazioni. E, sebbene mai l'avrei creduto possibile, mi mancano. Come solo le cose importanti sanno fare.<br />
Perché puoi vivere in tutte le città più fighe del mondo, provare a renderti autonoma, indipendente, culturalmente emancipata, mentre costruisci due o tre sogni. Ma quel: "Hai controllato che siano entrambe dello stesso numero?" non si batte.<br />
Questo fanno, le mamme. Si assicurano che i tuoi passi siano saldi. Poi aprono le mani, lasciano che tu scopra la tua strada, e pregano affinché le buche della vita non scollino le suole. Questo sono, le mamme. Calzolai dell'anima. E del futuro.<br />
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Antonia Storace<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-Ga4r8t46Vbg/VYLnq2Nu0uI/AAAAAAAABnc/v7X_yxJwGq0/s1600/image1%2B%25287%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-Ga4r8t46Vbg/VYLnq2Nu0uI/AAAAAAAABnc/v7X_yxJwGq0/s400/image1%2B%25287%2529.JPG" /></a></div>Antonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-42184647352954472392015-06-15T16:45:00.001+02:002015-06-18T17:49:31.765+02:00Puzzle e corniciSe ami profondamente qualcuno, fai tue alcune delle sue abitudini. Succede spontaneamente, senza preavviso, senza assunzione di consapevolezza.<br />
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Quando ero bambina, adoravo i puzzle. Rappresentavano un arguto esercizio di pazienza che non ho mai imparato del tutto.<br />
Da qualche tempo, anche Valerio ha cominciato ad interessarsene. Tuttavia, mentre io adotto la famosa tecnica "a casaccio" - partendo da un punto imprecisato del centro, con i primi due pezzi che si incastrano a culo - lui è assai più metodico, ed inizia sempre dai bordi: cerca tutti i tasselli con il lato chiuso, così da comporre progressivamente la cornice, prima del suo contenuto. E' un sistema certamente più sensato, logico ed immediato rispetto al mio.<br />
Seduti intorno al tavolo della sala da pranzo, con la proiezione astratta di un disegno scomposto sopra il legno scuro, le nostre umane differenze emergono, silenziose ed implacabili: il mio vivere di pancia, la mia totale assenza di diplomazia, e la sua riservatezza così british, quell'amabile educazione con cui tocca la vita e le sue storie. Il giorno e la notte, per dirla come farebbero tutti. Dalla cui unione nascono albe e tramonti che tracciano futuristiche linee d'orizzonte. E questo non tutti lo dicono perché non tutti lo sanno.<br />
<br />
E' stato Valerio, non io, a costruire il perimetro della dorata cornice dentro la quale la nostra storia è sbocciata. Ha protetto il seme di ciò che stava nascendo prima ancora che diventasse fiore: ha sempre avuto più intuito di me. <br />
Perciò, se un giorno, tra noi, dovesse finire, io comincerei a fare i puzzle cercando tutti i pezzi col bordo chiuso.<br />
<br />
Antonia Storace<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-aKrAUlpiT00/VYLogXYSroI/AAAAAAAABns/QI8Tjt0GTlM/s1600/11402496_10207392259028062_3356933994070026088_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-aKrAUlpiT00/VYLogXYSroI/AAAAAAAABns/QI8Tjt0GTlM/s400/11402496_10207392259028062_3356933994070026088_o.jpg" /></a></div>Antonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-91480749938881704552015-06-08T19:06:00.000+02:002015-06-08T19:06:14.150+02:00Una bicicletta rosa e tutto passa<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-Vcpm2UVruWU/VXXLeAgRdfI/AAAAAAAABmo/NtDxuWIbfN8/s1600/image3%2B%25282%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-Vcpm2UVruWU/VXXLeAgRdfI/AAAAAAAABmo/NtDxuWIbfN8/s400/image3%2B%25282%2529.JPG" /></a></div>Siamo state tutte la bambina paffuta sulla bicicletta rosa.<br />
Avevamo le rotelle in aggiunta, ai lati; le scarpette di vernice rossa; una mano adulta a bilanciare la falcata.<br />
Avevamo il sorriso facile; le buche nell'asfalto; il bacino sulla bua e tutto passa. Questo avevamo, prima di avere ogni altra cosa. Il "tutto passa". E passava davvero. Senza lasciare traccia. <br />
Dopo le cadute, potevamo restare a terra e piangere liberamente, fuori giudizio e fuori tempo. Sarebbero poi arrivate due braccia di madre, o di padre, a tirarci su, a dirci: "Tutto passa".<br />
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Oggi, invece, abbiamo le gomme del cuore un po' sgonfie, un tacco dodici che stiletta arcigno sopra il pedale, e due freni tarocchi.<br />
La falcata si è fatta più decisa, ma non c'è mano che possa orientarne il tratto, all'infuori della nostra. Siamo cresciute e il "tutto passa" è diventato "a dispetto di tutto". Come se a quel tutto che ha smesso di passare senza lasciar traccia, volessimo fare dispetto. Perché a terra, dopo le cadute, non ci possiamo più rimanere. Il mondo ci vuole in piedi, dritte e tese come fusi. In tempi brevi e con gli occhi asciutti. E noi, che siamo bravi soldatini laboriosi, non disattendiamo mai gli ordini. Però, ogni tanto, quella bambina paffuta sulla bicicletta rosa ci manca un sacco.<br />
Antonia StoraceAntonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-9627653370561628462015-06-03T14:50:00.000+02:002015-06-03T14:50:40.594+02:00Punto tutto sul 29<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-DxHYbSpbUvk/VW73fRVze5I/AAAAAAAABmU/OK4J3ZNUC4A/s1600/11295629_10207275827917357_994083893778120357_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-DxHYbSpbUvk/VW73fRVze5I/AAAAAAAABmU/OK4J3ZNUC4A/s400/11295629_10207275827917357_994083893778120357_n.jpg" /></a></div>Ventinove anni sono un numero strano da portarsi addosso. Potresti ancora tornare indietro, ma non lo fai. Dovresti andare avanti, e ti accorgi di non aver paura.<br />
Ventinove anni sono un numero strano da portarsi appresso. Come una sacca che comincia a farsi pesante di vita presa a due mani. <br />
Credo che nulla mi abbia fatta grande, all'anagrafe e nel cuore, quanto avere Valerio accanto, e quell'intelligenza sottilissima, data in dotazione a pochi soltanto, di restarmi dietro di un passo, quando è necessario. Poiché quel passo, quell'unico passo, invece che essere svilente, lo eleva al di sopra di un manipolo di uomini corrotti ed insicuri, e gli permette di guardarmi le spalle, di proteggermi da me stessa, e dalle mie umane debolezze, come solo l'amore quando è amore sa fare.<br />
<br />
A ciascuna di noi è toccato, presto o tardi, un tizio complessato, emotivamente indisponibile, bugiardo e bipolare, che ha provato a rimpicciolirci, a ridimensionarci lo spirito e i sogni, poiché lui stesso non sapeva concepirne di grandi. E noi gli abbiamo creduto. Ci siamo dette che era meglio vivere una vita a basso profilo, senza grossi rischi, senza troppi scossoni. Una vita rosa pallido, un mare piallato di ambizioni strozzate ed emozioni col settanta per cento di sconto. Un futuro in saldo, quando, dopo la ressa iniziale, restano solo gli ultimi capi sgualciti di cui accontentarsi. Ma quelli che ci vogliono piccole, sono gli stessi che si sentono piccoli, e perciò provano ad addomesticarci. Per le donne sopra la media, ci vogliono uomini sopra la media. Non ci stanno santi. Non esistono eccezioni.Antonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-84759274915389031332015-05-27T20:51:00.000+02:002015-05-27T20:51:03.043+02:00A cena con ValerioOggi inauguriamo una nuova rubrica: "A cena con Valerio".<br />
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Chi mi conosce lo sa: adoro mangiare. E' l'unico modo per farmi stare buona e zitta. Soutè di cozze, vino rosso e formaggi speziati riescono a farmi smettere di polemizzare, avere un'opinione su tutto e volerla esprimere ad ogni costo.<br />
Valerio lo ha intuito da tempo, e ne approfitta spesso. Con buona pace di entrambi. <br />
Ieri sera, siamo stati a cena da Mythos, in Piazza Scipione Ammirato 7 - Roma. Come per ogni cosa bella, l'abbiamo trovata per puro caso: materiali di recupero, poltrone d'altri tempi, oggetti di design si sposano all'accoglienza, calda e mai invadente, del personale. Un'autentica scoperta. Una felicissima rarità.<br />
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Quello stesso pomeriggio, siamo stati alla presentazione del libro "La manutenzione dell'amore" di Umberta Telfener, con Chiara Gamberale in veste di moderatrice. <br />
Perciò, a cena, io e Vale ne abbiamo parlato a lungo e credo di essere giunta a due conclusioni importanti.<br />
Innanzitutto, se è vero che l'amore nasce spontaneamente, non altrettanto spontanea è la sua "manutenzione". Perché un amore cresca forte ed entusiasta, resistendo alle brutture del tempo e della vita, è necessario che riceva cure quotidiane. Curare è la declinazione concreta del verbo amare.<br />
L'amore non è una pianta grassa, capace di provvedere alla propria sopravvivenza senza alcun intervento umano. Al contrario, è più simile ad una rigogliosa parete di gelsomini. Come tale, però, ha bisogno di essere potata delle sue aridità, ricevendo luce ed ombra in egual misura. <br />
Quando scegliamo di condividere i nostri giorni con una persona, stipuliamo un mutuo patto di impegno: ci impegniamo a dare, all'altro, il meglio di ciò che siamo e di quanto possiamo diventare. Tutto il nostro entusiasmo, la nostra forza, la gioia di vivere, le umane debolezze affrontate con piglio risoluto e combattivo. E' una responsabilità da adulti, faticosa a tratti e senza scorciatoie. D'altronde, non esiste umana bellezza che non sia stata partorita anche dalla fatica.<br />
E qui cascano l'asino e gli asinelli, poiché non tutti sono in grado di far fronte a questo compito. E' quello il momento in cui commettiamo l'errore di dare l'amore per scontato, di pensare che l'altra persona ci resterà accanto per sempre. E, dopo, a nulla serve disperarsi mentre lo vediamo veleggiare allegramente verso mari più felici.<br />
Ognuno di noi si porta, alle spalle, una storia malata, una latrina che puzzava quanto un cadavere in decomposizione, nella quale, tuttavia, aveva imparato a stare, abituandosi al tanfo. Sebbene fosse merda vera, sapeva come gestirla. Ci stava comodo dentro, poiché, nella sua totale assenza di reali prospettive future, non implicava alcun trauma da cambiamento, nessuno scatto di crescita in avanti. Al male ci si abitua. Ed è pericoloso.<br />
Contrariamente, un amore sano e costruttivo ci pone nella condizione potente di dare all'altro il meglio di ciò che siamo. Per farlo, però, dobbiamo essere disposti a fare luce sulle ombre, alzare l'asticella del limite, uscire dalla zona di comfort, fare cose che non abbiamo mai fatto per ottenere risultati che non abbiamo mai visto.<br />
Quanti sono disposti sul serio?<br />
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Vi linko il sito del ristorante in cui siamo stati e vi consiglio vivamente di farci un salto, ne resterete felicemente incantati: http://www.mithostaverna.it/ristorante.it/index2.html<br />
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Io e Vale abbiamo mangiato: formaggio caprino con mousse di melanzane e lamponi; wok di verdure con salsa di soia; gnocchetti al pesto di cinque erbe, orata, mandorle ed arancia; involtini di pollo ripieni di mozzarella e speck, su crema di carote con patate al forno. Alla sorprendente cifra di 35 euro, in due. Con acqua e pane aromatizzato a volontà. Ed era tutto, assolutamente tutto, delizioso oltre ogni dire.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-JWs6RFk9dKU/VWYR3fsfXlI/AAAAAAAABlo/yTc9IWfTcaI/s1600/image1.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-JWs6RFk9dKU/VWYR3fsfXlI/AAAAAAAABlo/yTc9IWfTcaI/s400/image1.JPG" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-7KzwUK1CzCU/VWYR3YZ95TI/AAAAAAAABls/o1JXSDzzWC4/s1600/image2.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-7KzwUK1CzCU/VWYR3YZ95TI/AAAAAAAABls/o1JXSDzzWC4/s400/image2.JPG" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-60FxEPUQlfw/VWYR3YnLR8I/AAAAAAAABlw/cDUHKlD-m4o/s1600/image6.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-60FxEPUQlfw/VWYR3YnLR8I/AAAAAAAABlw/cDUHKlD-m4o/s400/image6.JPG" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-GskPEyJK7DI/VWYR43o-jBI/AAAAAAAABl0/Sxbm5n6khmg/s1600/image5.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-GskPEyJK7DI/VWYR43o-jBI/AAAAAAAABl0/Sxbm5n6khmg/s400/image5.JPG" /></a></div><br />
Ndr: chiedo scusa per le foto bruttissime, io il cibo lo mangio, non lo fotografo.Antonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-90312881190765434242015-05-26T11:20:00.000+02:002015-05-26T11:20:34.982+02:00"Donne al quadrato" all'ombra di papà Vesuvio"Napoli è un lascito che, pure a camminare veloci, ti segue passo passo. Un gioiello e una zavorra. Dove altro pensi di andare?"<br />
<br />
La mia bella città di "Donne al quadrato" ne ha partorite tante. Donne che non hanno paura di ricominciare mille volte, ed una in più ancora, se mille è comunque troppo poco. Donne col cuore di burro e la tempra d'acciaio. Donne resilienti, resistenti, indomite e libere. Donne che, qualche volta, corrono da sole e non si lasciano afferrare. Donne che, quando amano, amano più forte di tutti.<br />
A quelle Donne voglio stringere la mano.<br />
<br />
Sabato 30 Maggio, sarò con il mio libro e la mia penna presso la Feltrinelli di Piazza dei Martiri, nell'anima pulsante e mai stanca di Napoli, dalle 11 alle 14 e dalle 17 alle 20. Spero davvero di avervi lì, con me.<br />
<br />
<br />
<br />
Un sorriso,<br />
Antonia Storace<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-JSxEDz3cy6U/VWQ6y2CmG5I/AAAAAAAABlU/5tZnI-zlP1w/s1600/10553609_10207172844102826_8595778960555573403_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-JSxEDz3cy6U/VWQ6y2CmG5I/AAAAAAAABlU/5tZnI-zlP1w/s400/10553609_10207172844102826_8595778960555573403_n.jpg" /></a></div>Antonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-84833509572900011842015-05-21T14:00:00.000+02:002015-05-21T14:00:35.350+02:00"Bisogna assomigliare alle parole che si dicono", Stefano BenniSe, in passato, qualcuno mi avesse detto che un giorno io e Stefano Benni ci saremmo scambiati i rispettivi libri, non ci avrei creduto.<br />
Ma la vita, in questo periodo, si diverte un sacco a smentirmi, dimostrandomi quanto sa essere bizzarra e potente. Se è vero che raccogliamo ciò che seminiamo, in mezzo a tante difficoltà, momenti come questo li raccolgo perché me lo merito, perché ci ho messo cuore, faccia, e capacità si fare ben oltre il mio dovere.<br />
Per oggi posso anche fare passo. Lasciare ai cattivi la cattiveria; ai furbi che si sentono furbi la stupidità che li macchia, così evidente agli altri, così poco a loro stessi; gli scivoloni a culo a terra a quanti credono che l'arrampicata sugli specchi sia uno sport; ai poveracci dell'anima, vestiti di marca e di etichetta, tutta la loro umana pochezza. I veri Grandi sono generosi. Tutti gli altri sono pallidissime imitazioni, che provano ad ingannare il prossimo con la loro tarocca teatralità, ed invece svelano se stessi.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-e5kDyxxLEgU/VV3IilyL6AI/AAAAAAAABkk/NmZXT_bLsRs/s1600/10423901_10207136846042897_6616912139818738781_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-e5kDyxxLEgU/VV3IilyL6AI/AAAAAAAABkk/NmZXT_bLsRs/s400/10423901_10207136846042897_6616912139818738781_n.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-TFh9mYRFKHM/VV3Ij8F1WnI/AAAAAAAABks/dolopahBaEE/s1600/11113896_10207136846882918_1775581574479883603_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-TFh9mYRFKHM/VV3Ij8F1WnI/AAAAAAAABks/dolopahBaEE/s400/11113896_10207136846882918_1775581574479883603_n.jpg" /></a></div>Antonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-15428611470596616422015-05-13T11:32:00.001+02:002015-05-13T11:33:42.802+02:00La miglior vendetta è la FelicitàIeri pomeriggio, uscita dalla metro, percorro la strada che porta a Piazza Re di Roma e sento una donna urlare, seduta su uno scooter, ai lati del marciapiede.<br />
"Perché sei uno stronzo. Per questo non sono in cima ai tuoi pensieri. Perché sei uno stronzo". Non so cosa le avesse detto esattamente il presunto stronzo, però, giuro, avrei voluto mettermi al suo fianco ed urlare al telefono con lei. Forse non ce n'era ragione. Forse lui è una bravissima persona e lei una tritapalle di professione, come solo certe donne sanno essere.<br />
Eppure è bastata quella frase, e la veemenza ferita con la quale l'ha sputata fuori dai denti, a riportarmi indietro con la mente di due anni.<br />
<br />
Sembrava un sabato mattina qualunque. Pasqua era passata da poco. Ero andata in palestra ed avevo incontrato un ragazzo che io, ed il mio fidanzato di allora, conoscevamo piuttosto poco e solo perché ci allenavamo in sala alla stessa ora, negli stessi giorni. Non sapeva neanche che stessimo insieme. E alla sua ignoranza, oggi, devo dire grazie.<br />
Ci scambiammo qualche frase di circostanza e lui mi raccontò che, la sera prima, era stato a cena a casa di un amico, insieme con la sua fidanzata. Poi, spontaneamente ed ignaro di tutto, aggiunse la frase che avrebbe cambiato la mia vita per sempre: "C'era anche X. con la sua ragazza".<br />
La sua ragazza. Così disse. La sua ragazza. E poiché io a quella cena non c'ero andata, mi parve tristemente evidente che stesse facendo riferimento ad una fanciulla che non ero io.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-KG_2nv6QgsA/VVMaGV5k8xI/AAAAAAAABj8/Fvq6NpsX9qo/s1600/11257902_10207061634282650_7560799421770080675_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-KG_2nv6QgsA/VVMaGV5k8xI/AAAAAAAABj8/Fvq6NpsX9qo/s400/11257902_10207061634282650_7560799421770080675_n.jpg" /></a></div><br />
Le immagini successive a quel momento sono lontane, sfocate, irreali a tratti. Ma una cosa la ricordo bene: quasi correvo per strada, urlando come una pazza.<br />
"Stronzo, pezzo di merda, figlio di puttana, ficcati sto maledetto telefono nel culo e non azzardarti a chiamarmi mai più. Hai capito? Mai più!!". <br />
La gente mi guardava come fossi scema. E dovevo esserlo davvero, a quel tempo. Per quale altro motivo, altrimenti, una come me, dotata di un cervello pensante, poteva stare con un ragazzo di 28 anni che spendeva, ogni mese, mediamente, 400 euro per le punture di botulino agli angoli degli occhi? Il tempo che avrebbe potuto passare a scoparmi, lo impiegava andando puntualmente al centro estetico per la manicure e la cera. <br />
Lui era un cerebroleso, certo. Ma manco io scherzavo a stare con una tale sottospecie di maschio. E a soffrirci, per giunta. Perché io per 'sto coglione ci soffrivo. Capiamoci bene. Ho trascorso notti insonni. Ho pianto tutte le lacrime del purgatorio. Ho domandato a me stessa, fino allo sfinimento, cosa diavolo avessi di sbagliato. E nulla, assolutamente nulla, è stato liberatorio come mandarlo a fare in culo ad alta voce, così che il messaggio arrivasse chiaro e tondo prima a me, e poi a lui. <br />
Quando sono tornata a casa, ho tagliato la scheda del cellulare e l'ho buttata nel cesso, dove avrebbe meritato di essere ficcata pure la sua faccia da stronzo. La stessa che botulino e costosissime creme antirughe non erano riuscite a rendere meno simile ad un coglione. <br />
Oggi lui sta ancora con la ragazza con la quale mi tradiva. Quella "semplice da gestire". Così la chiamava. Non ce l'aveva un nome, 'sta poveretta. Lei era la "Signorina semplice da gestire". Ora, Mister Botulino e Signorina Semplice da Gestire sono finiti nel mio libro, e forse neanche lo sanno. Non credo abbiano mai letto un libro in tutta la loro vita, a dire il vero. Ed è fighissimo, se ci pensate: ho preso tutto il male che mi aveva fatto, e l'ho portato sugli scaffali delle librerie.<br />
Chi è che diceva che la felicità è la miglior vendetta?Antonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-8010036453049650521.post-37486689994313616372015-05-09T13:40:00.002+02:002015-05-12T11:54:20.969+02:00Pomeriggi con i lettori <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-fmydgURLIQ0/VVHNm5_4F0I/AAAAAAAABio/3jKvs6yOdSk/s1600/13396_10207075347825480_1412147139485180399_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-fmydgURLIQ0/VVHNm5_4F0I/AAAAAAAABio/3jKvs6yOdSk/s400/13396_10207075347825480_1412147139485180399_n.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-Q4YjQidtVaM/VVHNnBghWsI/AAAAAAAABis/qhP4onGkYH8/s1600/988536_10207067520109792_6799328030957834844_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-Q4YjQidtVaM/VVHNnBghWsI/AAAAAAAABis/qhP4onGkYH8/s400/988536_10207067520109792_6799328030957834844_n.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-FAVN6AFQ4MM/VVHNh2HMk6I/AAAAAAAABhw/zOM4yMust_I/s1600/10365627_10207067519149768_7113467928001836138_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-FAVN6AFQ4MM/VVHNh2HMk6I/AAAAAAAABhw/zOM4yMust_I/s400/10365627_10207067519149768_7113467928001836138_o.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-eKK8qvktxrc/VVHNhqQ7u3I/AAAAAAAABho/ftsF6pSHE1s/s1600/10708724_10207075348505497_8734668892796233296_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-eKK8qvktxrc/VVHNhqQ7u3I/AAAAAAAABho/ftsF6pSHE1s/s400/10708724_10207075348505497_8734668892796233296_o.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-e3YcANsFs0Q/VVHNhy2_sjI/AAAAAAAABhs/ZfEv0zQEnDU/s1600/10845706_10207075349185514_1964690212506194185_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-e3YcANsFs0Q/VVHNhy2_sjI/AAAAAAAABhs/ZfEv0zQEnDU/s400/10845706_10207075349185514_1964690212506194185_o.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-yPhnxJkDXf8/VVHNjsvkD5I/AAAAAAAABiA/aU3x8LTn_-w/s1600/10845816_10207067521229820_7502436917302786362_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-yPhnxJkDXf8/VVHNjsvkD5I/AAAAAAAABiA/aU3x8LTn_-w/s400/10845816_10207067521229820_7502436917302786362_o.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-4TNEAWi9Kw0/VVHNkRJXM2I/AAAAAAAABiM/GTqqsuMqg5o/s1600/11022579_10207067530670056_2359313986987057376_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-4TNEAWi9Kw0/VVHNkRJXM2I/AAAAAAAABiM/GTqqsuMqg5o/s400/11022579_10207067530670056_2359313986987057376_o.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-_UHWH0YdyKU/VVHNkP8ixnI/AAAAAAAABiE/mC1F8jQ1yzg/s1600/11088342_10207075352185589_5815448952392505279_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-_UHWH0YdyKU/VVHNkP8ixnI/AAAAAAAABiE/mC1F8jQ1yzg/s400/11088342_10207075352185589_5815448952392505279_n.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-O2MbCMXyqDQ/VVHNlaruqDI/AAAAAAAABiU/9nYj43ImBi8/s1600/11124844_10207067529670031_739840918243179926_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-O2MbCMXyqDQ/VVHNlaruqDI/AAAAAAAABiU/9nYj43ImBi8/s400/11124844_10207067529670031_739840918243179926_o.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-jCG8Vf5x3AQ/VVHNmWBo9gI/AAAAAAAABic/LNu4YLEW-i0/s1600/11182717_10207075346825455_1362354556578824576_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-jCG8Vf5x3AQ/VVHNmWBo9gI/AAAAAAAABic/LNu4YLEW-i0/s400/11182717_10207075346825455_1362354556578824576_o.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-pwq7WACKXkA/VVHNoBWV0HI/AAAAAAAABi0/S569ZypuqOs/s1600/11187444_10207067518389749_7384565136163182045_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-pwq7WACKXkA/VVHNoBWV0HI/AAAAAAAABi0/S569ZypuqOs/s400/11187444_10207067518389749_7384565136163182045_o.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-4dyZ5tqvDWQ/VVHNq4-y6gI/AAAAAAAABjI/TzK-3PyJ_FY/s1600/11200949_10207075350425545_246971687928122717_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-4dyZ5tqvDWQ/VVHNq4-y6gI/AAAAAAAABjI/TzK-3PyJ_FY/s400/11200949_10207075350425545_246971687928122717_o.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-USRZAM215ag/VVHNrGMtzYI/AAAAAAAABjE/XbXDKdHmMEY/s1600/11209665_10207067520389799_3174925075005880656_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-USRZAM215ag/VVHNrGMtzYI/AAAAAAAABjE/XbXDKdHmMEY/s400/11209665_10207067520389799_3174925075005880656_n.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-d0u6plxCqzA/VVHNqv9XNHI/AAAAAAAABjA/jp-F7epmFCI/s1600/11214140_10207067516629705_2242739409009319833_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-d0u6plxCqzA/VVHNqv9XNHI/AAAAAAAABjA/jp-F7epmFCI/s400/11214140_10207067516629705_2242739409009319833_n.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-KH4mUNBgrVM/VVHNr693XOI/AAAAAAAABjU/RooqSjuHMwo/s1600/11204426_10207075351625575_9136345373329494071_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-KH4mUNBgrVM/VVHNr693XOI/AAAAAAAABjU/RooqSjuHMwo/s400/11204426_10207075351625575_9136345373329494071_n.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-d6dZWnmAOps/VVHNtQ_XHEI/AAAAAAAABjg/2tEO1bpE8yE/s1600/11206618_10207075351025560_3571661255731402448_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-d6dZWnmAOps/VVHNtQ_XHEI/AAAAAAAABjg/2tEO1bpE8yE/s400/11206618_10207075351025560_3571661255731402448_o.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-gG5Q_HOAxwk/VVHNtpzBCCI/AAAAAAAABjk/6GvM6u0AyCQ/s1600/11209618_10206637527762688_7895098167392540451_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-gG5Q_HOAxwk/VVHNtpzBCCI/AAAAAAAABjk/6GvM6u0AyCQ/s400/11209618_10206637527762688_7895098167392540451_n.jpg" /></a></div>Antonia Storacehttp://www.blogger.com/profile/03240648947625230687noreply@blogger.com1