mercoledì 29 dicembre 2010

Sarai. Sarò.

Ovunque tu sarai, io ci sarò.
In qualunque giorno deciderai di arrivare, io sarò lì, ad aspettarti.
E sarai compagno di viaggio. Compagno di giochi. Compagno di vita. Padre di tutti i figli che mi cresceranno in grembo.
E sarai la navata che mi conduce all'altare. E sarai bastone della vecchiaia. E spalla sulla quale appoggerò il capo, quando sarò stanca.
E sarai la mano che mi accarezzerà il profilo, mentre dormo. Gli occhi che mi guarderanno, attenti, quando sarò distratta.
E sarai Natali, e Pasque. E San Valentino tutto l'anno. E sarai giornate da raccontarsi, e sfide per sostenersi. E sarai litigi, scontri, e telefoni muti. E sarai l'amore che si fa, per ritrovare la pace. E il fianco contro il quale raggomitolarsi quando avrò freddo. E sarai storia da raccontare ai nipoti, davanti al fuoco di un camino acceso. E sarai casa da arredare, e conti a fine mese da saldare. Sarai presente, e sarai futuro. Non sarai mai passato. E sarai timone e bussola, nelle tempeste. E specchio in cui guardarmi quando non riuscirò a vedermi. E sarai faro, e sarai luce, e sarai stelle che non cadono.
E sarai una promessa che giuro di mantenere. E sarai l'eternità a cui non credo.


Copyright Viola Editrice

lunedì 27 dicembre 2010

Qualche giorno fa, ero in un bar, con un'amica. Stavamo chiacchierando di cose futili, e leggere: il tizio che non aveva richiamato, gli auguri di Natale mancati, la capacità di scindere la mente dal corpo, ed imparare a fare sesso come gli uomini, senza coinvolgimenti emotivi, senza legami, senza rotture sentimentali.
Tuttavia, non ho potuto fare a meno di ascoltare la conversazione delle persone sedute al tavolo accanto. Una di loro, quasi gridando, diceva: "Certo che ci vuole un gran coraggio a togliersi la vita per una delusione d'amore. Era così giovane, povera ragazza ... " ..

Coraggio? Ci vuole coraggio a togliersi la vita per una delusione d'amore? ...

E il padre di famiglia che, ogni giorno, si alza alle cinque del mattino, bacia i suoi figli in silenzio e, senza mai lamentarsi, esce di casa per andare a lavoro, un lavoro ingrato, come quello del muratore, un lavoro sottopagato, faticoso, frustrante, e privo delle più elementari misure di sicurezza ... ecco, quel padre di famiglia è coraggioso, oppure non lo è?

E la madre di famiglia che, a cinquant'anni, va a fare le pulizie nella casa d'altri, senza poter curare la propria, per aiutare il marito ( il cui stipendio, da solo, non basta ), far quadrare i conti a fine mese, provare, e dico provare, ad assicurare un futuro, che sia degno di questo nome, ai propri figli ... ecco, quella madre di famiglia è coraggiosa, oppure non lo è?

E figli di quel padre, e di quella madre che, per pagarsi gli studi, e non gravare troppo sul bilancio familiare, si dividono tra corsi universitari e lavori di ogni sorta, dal cameriere alla segretaria, dall'animatore all'insegnante di ripetizioni, passando per il centralinista, fino ad arrivare alla maschera in teatro ... ecco, quei figli sono coraggiosi, oppure non lo sono?

E i bambini del reparto oncologico, che affrontano mali incurabili, e lo fanno col sorriso sulle labbra. Quei bambini desiderosi di vita, ma costretti in una stanza d'ospedale. Quei bambini che conoscono un mondo fatto solo di aghi, lacci emostatici, flebo e sale operatorie ... ecco, quei bambini sono coraggiosi, oppure non lo sono?

E i volontari della croce rossa, della protezione civile, dell'assistenza ai disabili e agli anziani, che dedicano la propria vita a quella degli altri ... ecco, quei volontari sono coraggiosi, oppure non lo sono?

Coraggioso è chi affronta la vita con i suoi infiniti inganni, e le sue pene. Coraggioso è chi si rialza ad ogni caduta, e prosegue il cammino. Coraggioso è chi si batte per un indeale, ed è disposto a morire per questo. Coraggioso è chi non teme la paura, ma nemmeno la sottovaluta. Coraggioso è colui che compie il suo dovere, ogni giorno, tutti i giorni. Piccoli, grandi eroi quotidiani.
Coraggioso è chi vive. Perché ci vuole più coraggio a vivere che a morire.

Ps: ci terrei, vivamente, a sottolineare una cosa. Dal mio pensiero, e dalle mie parole, fanno assolutamente eccezione i casi di eutanasia, che in Italia sono stati accompagnati da infinite polemiche. Quelle circostanze sono assai diverse dalle circostanze che hanno ispirato, e cui mi riferisco, nel post. Si tratta di persone che hanno vissuto con dignità, e dignità hanno voluto dare alla propria morte. Una scelta, a mio avviso, non soltanto coraggiosa ( visto che di coraggio stiamo parlando ), ma persino rispettosa della vita stessa, affinché resti tale, e non si trasformi in una mera, logorante, insensata agonia.

martedì 21 dicembre 2010

Carissimo Babbo Natale, quest'anno ..

... vorrei che il mio ginocchio destro la smettesse di fare "giacomo-giacomo", perché io la risonanza magnetica non la faccio!! Se sarò costretta ad entrare in quella spaventosa bara metallica, giuro che prendo in ostaggio i tuoi elfi, e ti ricatto!!

Vorrei che il Signor S. venisse sommerso da qualche centinaio di tonnellate di carbone. Vorrei che sbattesse l'alluce contro lo stipite della porta. Vorrei che perdesse le chiavi di casa, e restasse chiuso fuori proprio la notte della vigilia, mentre tutti sono dentro, al calduccio, a cenare, e nemmeno si ricordano della sua esistenza. Vorrei che una zoccola di due chili si infilasse nel suo letto, mentre dorme, e gli facesse prendere un colpo. Tuttavia, credo che di zoccole ne frequenti già parecchie, e poichè a Natale siamo tutti più buoni, questa possiamo anche rimandarla al 31 Dicembre.

Infine, vorrei innamorarmi. Perché, dopo cinque lunghi anni, single non è più bello, nè divertente. Single fa schifo!! Specie quando entri in un ristorante, e vedi tutte quelle coppiette che si tengono per mano, si sussurrano parole d'amore all'orecchio, e ti guardano come fossi la sfigata di turno. Dopo cinque lunghi anni, single rischia di farti diventare diabetica, e potenzialmente omicida. Perché, se qualcun'altro mi chiede: "Com'è possibile che una ragazza tanto bella ed intelligente non sia fidanzata?", io posso provare a spiegargli che, oggi giorno, trovare un uomo decente, che non abbia riposto le palle sull'albero ( confondendole con gli addobbi natalizi ), è un'impresa titanica. Oppure, posso puntargli una rivoltella alla tempia, ed evitare che, in futuro, faccia ancora domande stupide.
Ergo, vorrei una rivoltella.

Sul davanzale della mia finestra troverai latte e biscotti, come ogni anno. Ci sono anche delle candele accese che, si dice, dovrebbero guidare la fortuna in casa. Vedi di non dare fuoco alla barba.

Un cordialissimo saluto. Antonia.

Ps: Dimenticavo ... vorrei anche che Berlusconi si dimettesse. Ma capisco che tu possa fare solo doni, non miracoli.

venerdì 17 dicembre 2010

A.

Alla mia mamma. Perché, quando le ho chiesto: "Ho visto una bellissima sciarpetta blu. Potresti comprarmela?", lei mi ha regalato anche un paio di guanti neri, e un baschetto alla francese. Che con i riccioli scuri ci sta bene."Te lo meriti" - ha aggiunto - "per tutte le cose che non chiedi".

Al mio papà. "Ti ricordi di quando eravamo bambini, e ti toccava girare come una trottola impazzita, fra infiniti negozi, affinchè, sotto l'albero, trovassimo proprio il giocattolo in cui speravamo?" ...
Le sue ginocchia restano ancora il posto più comodo su cui sedersi.

A mio fratello. Che mi fa spazio nel suo letto, ad una piazza, quando di notte ho gl'incubi, e faccio fatica a riaddormentarmi.

Ai nonni. Che hanno sempre una storia da raccontarti.

Agli amici. Compagni di giochi, e di sorrisi spontanei. E levatacce mattutine, viaggi in treno, lezioni universitarie, notti trascorse tra quaderni, appunti, matite colorate ed evidenziatori profumati. E la gioia per un esame andato bene, e la rabbia per quel professore stronzo, che inneggia all'eguaglianza, e insegna il pregiudizio. E poi la colazione insieme, ed insieme le sbronze. Ci ho messo 24 anni a capire che il vino e l'alcol non vanno mischiati. Le risate sottovoce. Le canzoni strimpellate nei cortei. Il ricordo di un amore bambino. Le giornate vissute. Le giornate da vivere.

A zio che se n'è andato. A Marco che l'ha seguito. Troppi fiori in cielo, e troppe bestie qui sulla terra.

Alle cicatrici. Che ci ricordano dove siamo stati, ma non devono determinare dove andremo.

A chi sa essere felice per ciò che ha, e non per quello che vorrebbe avere.

A chi non mi ha voluta. E poi mi ha trasformata nel suo maggior rimpianto. A chi mi ha avuta, e non mi rimpiange affatto.


Al Principe Azzurro. Al Principe Giallo. Al Principe Verde. A quello rosso, rosa e fucsia. Un principe a pois. Uno a stelle e strisce. Un principe a quadretti.
Sii il Principe Azzurro di te stessa. Salvati da sola.

A chi c'è.
A chi avrebbe voluto esserci, ma non ha potuto.
A chi avrebbe potuto esserci, ma non ha voluto.
A chi è rimasto. Nonostante tutto.
A chi ha trovato il coraggio di scegliere. A chi sceglie di non scegliere.
A chi ha paura. A chi lotta. A chi resiste.
A chi ancora ci crede. A chi ci ride su.
A chi mette un piede dietro l'altro. Perché "i grandi viaggi si cominciano col muovere un passo".
A chi odia le ovvietà decise dagli altri, parafrasando Sepulveda.
A chi abbassa la testa solo per allacciarsi le scarpe.
A chi sa aspettare. A chi è stanco di aspettare.
A chi: "Se c'è qualcosa di speciale, sotto questo cielo, passerà di qui, prima o poi".
A chi chiede scusa. A chi perdona. A chi non sa perdonare. Perché Gesù Cristo diceva: "Porgi l'altra guancia", ma anche Lui sapeva di averne due soltanto.

A chi ha bisogno di credere che qualcosa di straordinario possa accadere.

A chi ama.

martedì 14 dicembre 2010

Riscrivendo l'art. 1 della Costituzione.


L'Italia è una Repubblica delle banane, ormai ampiamente filo-fascita, fondata sul calcio. La sovranità appartiene al Presidente del Consiglio dei venduti, che la esercita fottendo allegramente la Costituzione.


... cosa potevamo mai aspettarci da un Paese in cui i calciatori scioperano, le vallette aprono le cosce e diventano ministri, la meritocrazia fa a cazzotti con la corruzione, il baronaggio balla la maccarena, e chi denuncia la camorra viene accusato di fare propaganda alla stessa??


Il compromesso è nascituro bastardo dell'umana pochezza, quando scopa il bisogno e si fa portatrice di semi viziosi.