sabato 20 ottobre 2012

Straziami ma di corna saziami

Di Blue G. e Antonia S.
 
Sono finite le giornate calde e assolate in riva al mare a sorseggiare cocktail gelati e a leggere riviste da donnette. Sono terminate le maratone al sole che come miglior amante avevano la crema protettiva, si sono dileguate al tramonto le dormite sul lettino per recuperare le energie perse durante notti bollenti passate ad albeggiare in compagnia di sedicenti amori. L’estate è finita. E così con lei, anche quel senso di libertà diffusa, di brivido vaginale e di brezza cerebrale. L’autunno spazza via qualsiasi sensazione di leggerezza per far posto alla pesantezza dei maglioni di lanetta e racchiude tra il tessuto di un cappotto la sensazione di caldo che ci ha provocato l’estate.
L’estate è il periodo dell’amore. L’alleata perfetta per le fughe in moto, per i baci fugaci e per le scappatelle, siano esse di cervello o fisiche. Questa benedetta stagione, contraddistinta da abiti succinti, slip assenti e pelle abbronzata contribuisce al “sonno della ragione”, favorisce la perdita della testa e incentiva l’adulterio. Ma chi è più fedifrago, l’uomo o la donna? Chi si butta più a capofitto in alcove differenti, il maschio o la femmina? L’infedeltà non ha sesso, è un impulso non riconducibile a un genere ma a una condizione. Tradiamo perché siamo insoddisfatti, perché siamo annoiati o semplicemente perché ci va di farlo. Ci lanciamo sotto le lenzuola di uno sconosciuto perché abbiamo bisogno di sentirci ancora attraenti o forse perché quella persona ha destato in noi curiosità. Ma cosa realmente ci spinge, consapevoli di essere felici nella nostra vita coniugale, a cercare qualcosa che ci stimoli a tal punto da tentare il rischio di una strada nuova? Quale demone alimenta la voglia di tradire una persona che amiamo? In quel momento, perché non veniamo assaliti dalla paura di perdere la nostra/o amata/o o di essere scoperti? Sicuramente il tradimento è una questione di istinto. In quei momenti seguiamo un odore, ci lasciamo trasportare da un sapore senza sapere, dove realmente ci porterà, mettiamo il cervello in folle per ascoltare solo il nostro impulso. Veniamo completamente rapiti dalla situazione del momento, doniamo tutto per poco tempo per poi accorgerci che l’estate finisce e, come sempre, inizia l’autunno.
Il vento settembrino spazza via il sudore della stagione bollente per far spazio al tepore della sicurezza di una storia che da serenità.

Blue non ha mai tradito, questo non significa che non potrebbe mai farlo, significa semplicemente che fino ad oggi non ne ha mai avuto l’occasione, il bisogno, la voglia. Ho sempre creduto che non sia necessario tradire una persona, nessuno ci obbliga a stare con qualcun altro e quindi non ha senso lanciarsi in altri letti, sarebbe più sensato lasciare il fidanzato/la fidanzata del momento e avere storie, anche mille. Chi tradisce non è libero. Ha degli impegni, ha il cuore sotto lucchetto, così come il corpo, il cervello e teoricamente anche gli organi genitali. Chi tradisce mette a rischio più persone, se stesso, la persona con cui sta e la terza pedina della scacchiera. Questo significa che potrebbe fare del male –se non si ferma in tempo– il fedifrago potrebbe spezzare il cuore a un essere umano di troppo, o anche a più.

Sono partita ricordando l’estate, perché è proprio in questa stagione che solitamente siamo più propensi a donarci, ma donarci fino a che punto, mi viene da chiedere? Donare solo il corpo, lasciando il cervello in stand-by? Donarci in una notte di sesso, seguendo l’istinto, senza far intervenire i sentimenti, è tradimento? Ma cosa succede se il tradimento è prolungato, se dura mesi, se si crea complicità, se ci si cerca e si ha desiderio di stare insieme? Cosa succede se si arriva al punto che uno dei due non ce la fa più a sopportare questa storia?
Di solito se ci capita che diamo dei paletti perché non sopportiamo più di essere la seconda scelta, accadono degli eventi improbabili. Tutto a un tratto se a tradire è un uomo, (triangolo donna-uomo-donna) questo sparirà dalla circolazione, non ci telefonerà più, farà finta che nulla sia successo e si trasformerà da amante affettuoso a sfuggente amico, ignorando un piccolo particolare: “non si diventa amico di una donna con la quale si è stati a letto per mesi e soprattutto, dopo che le si è fatto gettare il cuore oltre all’ostacolo”. Non è così semplice. Non così immediato.
Beh, non dimentichiamo, poi, che esiste sempre l’ufficiale. L’ufficiale è il compagno/a che ha il diritto di chiamare a qualsiasi ora, di dormire con il/la traditore/trice, di andare alle feste e agli eventi importanti insieme. L’ufficiale è quello che non sei tu.

Blue si volta a guardare le foglie che cadono, la luce è diversa, lei non ha mai tradito e le piace così perché per Blue “l’infedeltà è puro egoismo”.

Antonia si volta a guardare le foglie che cadono… e, in questa notte d’autunno inoltrato, si sorprende a pensare: “chi ama davvero, potrebbe mai realmente tradire?”

“La prima e principale zona erogena è la mente”, scrive Richard Alan Miller. Come a dire: “Fuck my brain. I am my mind, not my body”. L’impatto è, senza dubbio, più strong rispetto al tocco poetico del Signor Miller, eppure il senso rimane del tutto immutato, felicemente uguale a sé stesso: certe persone ti piegano a novanta il cervello, prima della carne.

I pensieri sanno farsi l’amore per ore, nella fremente, perfetta incertezza di due corpi che non ancora si sono trovati. E quando pure quelli s’incontrano, l’erotismo raggiunge la più alta delle vette possibili. Capita, allora, di sentirsi nudi e soli, davanti alle emozioni. Indifesi e senza nerbo. Privati di ogni orpello, e di qualunque umana posa. Disarmati dall’assenza di giudizio e, tuttavia, decisi a scansare il senno e la ragione, ad ogni passo. Siamo fottuti, davanti alle emozioni. Audaci, temerari e fieri. Perché, se un prezzo da pagare esiste - ed esiste - non è mai troppo alto (?).

Ho indossato i guanti da boxe sulle unghie laccate di rosso. Per gioco o per fede, ho imparato che il ring somiglia alla vita. Ogni montante affondato nel sacco ha i contorni precisi di un vaffanculo perfetto: colpisce allo stomaco inganni passati e stronzi recenti, disattese speranze, sogni che sono giochi d’azzardo mutati in rovina. Tra un pugno diretto e un calcio frontale, ho incrociato i suoi occhi una volta di troppo. Così, a uscirne ammaccato, è stato il mio cuore di giovane donna che avrebbe voluto sentirsi un po’ Rocky e, invece, si è sentita un po’ scema.

Perché Lui è Quello sbagliato. Così sbagliato da far sembrare giusta ogni cosa. Lui, appartiene – per diritto acquisito – al commediante drappello degli uomini “chiari fin dall’inizio”. Peccato che il loro personale concetto di “inizio” registri un fuso orario più personale ancora: vittime incolpevoli - si fa per dire - di una forma bizzarra di demenza senile, per via della quale “fidanzate ufficiali” e “compagne di rappresentanza” sono le stesse cui alludono distratti - tra un flirt innocente e una palpatina impudente - solo dopo settimane, mesi, anni addirittura. D’altronde, il tempo è un concetto relativo. E loro sono stati “chiari fin dall’inizio” … sia chiaro.

Il corpo delle donne è una filigrana mistica e perfetta, così forte da tendersi e accogliere la vita dentro la vita. Sanno, per inclinazione divina, come sdoppiarsi il cuore e abbracciare tanto altro da sé. Rischiano il certo per l’incerto, barattano le sudate conquiste con la dolorosa mappatura di nuove ferite. Forse non tutte, sicuramente molte.

In questa notte d’autunno inoltrato, mi torna alla mente una canzone di Fabrizio De Andrè: “mentre lui le insegnava a fare l’amore, lei gli insegnava ad amare”. Ma quanti, poi, sono disposti a imparare sul serio?

Antonia e Blue: a quattro mani e due cuori pensano che – parafrasando Harriet Van Horne – “amare sia come cucinare… o ci si abbandona completamente o si rinuncia”.

E voi cosa ne pensate? Amanti fedeli o traditori impenitenti? L’amore vero basta a se stesso o necessita di adultere alcove?
 
© MyWhere

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giovedì 18 ottobre 2012

"Era una ragazza semplice, di quelle che sognano dietro ai libri e alle poesie, e se la vita è carogna non importa, una ragione buona per sorridere la trovi comunque. Era un tipo così. Ed era carina, questo bisogna dirlo. Non del genere vistoso, quelle che ti giri a guardarle. Più semplice. Ma aveva qualcosa che ti accalappiava, niente da dire, ce l'aveva. Come una specie di limpidezza, di trasparenza. Era quel tipo di donna che quando ce l'hai tra le braccia, sai che lei è lì, proprio tra le tue braccia e da nessuna altra parte. Non so se avete presente. Ma è una cosa rara.. e bellissima, nel suo genere."

Alessandro Baricco

lunedì 24 settembre 2012

Se un uomo ti dice che sei bella prima di fare l'amore con te, non credergli: può darsi lo dica solo per portarti a letto.
Se te lo ripete mentre state facendo l'amore, continua a non credergli: può darsi faccia parte del gioco.
Se te lo sussurra alla fine, mentre ti tiene stretta contro il petto, e non gli importa se il suo braccio dolorante resta paralizzato in una posa innaturale, sotto il tuo collo, a mo' di cuscino ... bhé, allora, forse, puoi cominciare a credergli.
In ogni caso, indipendentemente da ciò che dice lui o chiunque altro, credi sempre in te stessa. Dai forza e convinzione alla persona che sei.


sabato 22 settembre 2012

Ci preoccupiamo tanto di non concederci fisicamente ad un uomo. Contiamo le uscite: la prima sera non esiste al mondo, sarebbe da troie; la seconda, un pensierino ce lo faccio ma resisto, è ancora troppo presto; la terza sera, gli consento di andare in prima base; al quarto appuntamento, le cose iniziano a farsi complicate da gestire; al quinto poi, è una faticaccia. Il vademecum della scopata perfetta, educata, morale, etica, perbenista e di buon gusto. Ma, mentre ci preoccupiamo di non aprire le gambe troppo in fretta, il cuore l'abbiamo già allegramente spalancato, esponendolo a rischi, delusioni, voglia di mettersi in gioco, emozioni e sensazioni indirizzate a chi, il più delle volte, neppure le merita. Troppo attente a difendere - giustamente anche - la nostra "sacralità sessuale", ci scordiamo di quella emotiva e finiamo col "prostituirci sentimentalmente". Non ci accorgiamo che la parte più importante di noi, quella più preziosa - il cuore - l'abbiamo già concessa.

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martedì 4 settembre 2012

Questa estate la ricorderò per la Luna mozzafiato, di una notte inaspettata, da un terrazzo che sapeva un po' di vino, un po' di scherzo, un po' di voglia, e di magliette con strane scritte e di splendida affascinante umanità. Perché, certi uomini, nascono grandi, e la grandezza se la portano addosso, la abitano come fosse una seconda pelle.
 



Questa estate la ricorderò per tutta la pizza che ho mangiato - davvero tanta, davvero buona - gli yogurt con il miele, le escursioni gastronomiche, le amicizie nuove, inattese, arrivate in punta di piedi, con delicatezza, senza sgomitare e senza le quali, adesso, proprio non saprei stare. Perché, certe amiche hanno l'anima bella, e a volte neppure se ne rendono conto.

La ricorderò per le passeggiate a Via Caracciolo, le promesse strette col dito mignolo, gli abbracci che sanno dare senza togliere, i silenzi che non si devono spiegare, le foto scattate con un cellulare che fa schifo, ma non importa, basta il pensiero. E certi pensieri non ti abbandoneranno mai. Perché alcuni amici sono una fortuna che ti capita una volta sola nella vita.
 
Questa estate la ricorderò per tutti i sogni che hanno smesso di essere tali, e si sono tramutati in sfida, partita, scommessa e certezza.

E' stata un'estate atipica. Un'estate magnifica.
 
E così, all'improvviso, fu Settembre. Il mese dei percorsi interrotti e poi ripresi; delle vite sospese che ricominciano a fluire; delle partenze che non hanno mete vacanziere, ma cercano destinazione dentro i passi di chi resta e continua la storia; la pagina pulita, il rigo successivo, il "punto e a capo" dopo gli scarabocchi e le cancellature; l'avanposto dei sogni che si fanno sfida, la culla materna della sfida che si fa certezza; sei l'anno nuovo dentro l'anno stesso; la seconda possibilità di chi, fallendo la prima, cerca rivalsa.
Te ne stai accoccolato sul calendario che penzola in cucina, a metà tra l'estate che, silenziosamente, si defila ed un inverno ancora sonnacchioso e intorpidito. Sei uno scampolo di speranza, voglia di fare, voglia di ricominciare.
 
Benvenuto Settembre. Ti ho aspettato tanto.

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