domenica 14 aprile 2013

Grazie perché

E allora, grazie. Grazie perché, quando te ne sei andato - lasciandomi scomposta in mille pezzi - ho pianto tanto, e tanto a lungo, e le lacrime - dice un proverbio indiano - lavano gli occhi. Perciò, adesso, ci vedo meglio.
Grazie perché, voltandomi le spalle, mi hai obbligata a raddrizzare le mie: così, ho brindato al valore della spensieratezza col mio primo cosmopolitan, e ho iniziato a ridere, a ridere di nulla, a ridere di tutto, a ridere di me e, soprattutto, a ridere di te: brilla di tristezza, e voglia di rivalsa, ho capito che, anche nel dolore, esiste un lato buffo. Il segreto sta nel coglierlo.
E ho dovuto leggere un’infinità di libri - più di quanti ne avessi mai letti fino ad ora, se mai fosse possibile - per tenere lontano il ricordo del tuo viso. Ed è successo che ho imparato cose nuove, cose che non conoscevo: se prima la mia cultura ti spaventava, ora ti terrorizzerebbe. Però, sai com’è … cazzituoiamoremio.
Nei pomeriggi malinconici, ho guardato un mare di film - di quelli che hanno fatto la storia del triacetato ( questa è una delle parole nuove che ho imparato ) di cellulosa - e adesso acchiappo addirittura di più: certi uomini vanno matti per donne che conoscono "Arancia Meccanica", "C'era una volta in America, "Fight Club" o "Wall Street". Mi hai resa più affascinante. Perciò, ancora e di nuovo, grazie.
Per non cedere alla tentazione di chiamarti, mi hai costretta a restare lontana da cellulari, e computer, con lunghe ed estenuanti passeggiate all'aperto: così, adesso, ho cosce più sode ed un culo che mi arriva dietro la testa.
Per cambiare aria, ed interporre distanze fisiche tra noi, ho macinato chilometri e visitato città che non avevo mai visto prima. Insieme all'aria, poi, ho cambiato taglio di capelli mille volte: anche il mio parrucchiere ringrazia.
E mi sono lasciata corteggiare, e ho fatto tanto sesso ed ho capito che non c'è niente di sporco, e poi ho incontrato uomini capaci di far vibrare le corde di una donna col solo timbro della voce, ed ho capito che la vita appartiene agli audaci.
Che tu possa, in futuro, innamorarti di una persona uguale a te. Il giorno in cui ti spezzerà il cuore - e stai certo che lo farà - se sarai intelligente abbastanza, o solo un tantinello furbo, saprai trasformare il dolore in un'esperienza di crescita e diventare, finalmente, un uomo migliore.


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9 commenti:

Baol ha detto...

Questo è un post immenso, lo dico da uomo e ti ringrazio io per averlo scritto

Apprendista Nocchiero ha detto...

"..anche nel dolore, esiste un lato buffo. Il segreto sta nel coglierlo"

è stata la mia filosofia di vita per un tempo incalcolabile e su essa ho basato più di metà della mia vita... Poi ho smesso, in un certo senso... o forse il dolore accumulato ha accecato ogni possibile ironia...


Spero tu riesca sempre a trasformare il dolore in forza e che non veda mai il punto in cui le gambe e la schiena cedano del tutto....

Te lo dicono l'uomo, la donna ed il bambino... Te lo dico da ogni diverso lato della mia persona...

Vagamundo ha detto...

Il fatto è che si cambia.

Chinaski ha detto...

Solo la combinazione esatta di lettere e numeri può far esclamare: "colpito e affondato". E credo che in queste righe tu l'abbia proprio azzeccata ,)

Eva ha detto...

Questo post dovrei leggerlo tutte le sere prima di andare a letto! Grazie!

Christine ha detto...

Complimenti, davvero.
Man mano che si scorre tra le righe si ha quasi l'impressione di vederti, orgogliosa, a testa alta :)
Quoto Eva!

Giulia S. ha detto...

Queste sono le soddisfazioni.

galassiadiparole ha detto...

Complimenti, sei fortissima!

S. ha detto...

Arrivo tardi ma voglio dirtelo ugualmente: questo post è fantastico!!!!!! Avrei voluto avere anche io la stessa forza, tenacia e grinta!!