Dividiamoci, mi disse. Come fossimo divisore e dividendo tra le tonde parentesi di un' equazione algebrica. Due diviso due fa' Uno, col resto di Zero. Matematica sentimentale. Lui, in quella, era un campione. Io una schiappa, troppo lenta ad imparare, eppure certa che la rimanenza della nostra aritmetica separazione non fosse esattamente zero in quanto zero. Poiché dentro quel sopravvisuto niente, c'erano le mie notti senza sonno e le sue parole senza senso; le guerre inutili, che vincevo a mani basse, perché qualcuno una volta disse che la ragione appartiene ai fessi: mio malgrado, scoprivo di essere una di loro. Al centro esatto del nostro nulla superstite, ci stavano i ricordi di chi ricordi veri non ha fatto in tempo a costruirseli. C'era la presenza dell'assenza, la mancanza che non confessa, l'ombra di un vecchio male da silenzio, le mie scomode verità e le sue bugie, scomode di più, a rimbalzare nell'abitacolo scuro di una Megan. Quel nulla, mischiato col niente, non mi faceva paura. Dentro c'avevo messo pure la voglia di tornare ad essere bella per un uomo; l'entusiasmo che arma il braccio con un bicchiere di vino rosso; l'eroica dolcezza indifesa di una mano aperta, quando impara il tratto di carezze nuove; il coraggio di una donna che non si piace abbastanza, e allora sceglie di demolire per ricostruire, piuttosto che passare un poco di vernice tarocca, in attesa che il tempo di nuovo la scrosti. Zero è un bel numero. "Ricominciare da zero" è una preghiera che dovremmo recitare a cicli di vita sincronici. Quando un amore finisce. O il lavoro ci spezza. Quando l'asticella del limite si sposta. Il fallimento scalza la vittoria. E l'apatia ci ferma. Zero è un bel numero. "Ricominciare da zero" è una voce aggiunta al dizionario, e recita così: "Ci sarà sempre un altro amore, un altro viaggio, un altro accordo musicale da intonare sulle corde della vita. Comprerai abiti nuovi, nuovi trucchi e nuovi libri. Ti sentirai nuova pure tu. Mangerai cibi insoliti. Perderai la rotta, tra le strade di una cittadella dal nome impraticabile e straniero, ed imparerai la differenza che passa tra il viaggiatore ed il turista. Farai scelte nuove, e nuovi errori. Sorriderai al pensiero di non commettere più gli stessi. Nel sesso, sperimenterai l'audacia di altre posizioni, il profumo intenso di una pelle ancora estranea. Forse un poco ti vergognerai. Forse no. Non avrà importanza. Qualche volta ti sentirai diversa, e farà paura. Certe altre ti sentirai te stessa, e sarà magnifico. Perciò tu prova. Il prezzo di un sogno è il suo coraggio". Ieri, la filodiffusione passava "She will be loved", dei Maroon Five, e "Home", di Michael Bublè. Da dieci anni, ormai, sono loro la colonna sonora della mia vita.
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