lunedì 16 maggio 2011

Son le cose che hai odiato di più.

Odio. Lo spago colorato che strozza i veli delle bomboniere. Quelli in cui sono contenuti i confetti al cioccolato. Che, per riuscire a mangiarli, devi istituire un vero e proprio fronte di liberazione, con artiglieria da combattimento al seguito: unghie, denti, forbici e coltelli, una volta persino le tenaglie.
E poi, scopri che i confetti sono alle mandorle, non al cioccolato. Puah!!

Odio. Gli uomini che non sanno lasciarti andare. Ma neppure provano a trattenerti. Ed odio le donne che si accontentano delle briciole. Perché, un tempo, ero una di loro. Un tempo lontano.
Prima che la Vita si mettesse alla cattedra, e mi insegnasse la più importante delle sue lezioni. Parafrasando una famosa citazione letteraria: "Le persone che amano sé stesse, non si affannano nel disperato tentativo di farsi rispettare. Semplicemente, non si relazionano con chi non le rispetta".

Odio. Il sapone sotto le unghie. Le calze smagliate. Il caffè amaro. Ed il rimmel che sporca la palpebra superiore dell'occhio. Che tu ci hai messo un'ora buona per stendere l'eye liner, e l'ombretto. Hai dato fondo alla tua pazienza per curare anche la più piccola delle sfumature di colore. Hai invocato ogni sorta di santo - che manco Dio riuscirebbe a ricordarli tutti - perché la mano non tremasse, e non ti facesse sbavare. E poi, eccolo lì. Il fastidioso, peccaminoso, indistruttibile puntino nero. Figlio di un mascara traditore.

Come scrive Guccini, e come canta la Mannoia, odio: "Le fedi fatte di abitudini e paura. Una politica che è solo far carriera. Il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto, l'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione, e mai col torto .." ..

Odio quelli che odiano i mercatini. Un tripudio di colori cangianti. Allegoria di vite, e di persone. Fruttivendoli e signore ingoiellate. Adolescenti che hanno bigiato la scuola, e nonnine battagliere pronte a strappare un affare sul prezzo. Commercianti goliardici e pittoreschi. Pescivendoli, calzolai, bambini appiccicosi di zucchero filato, e giovanissime, inconsapevoli starlette sculettanti. Una vasta scelta di abiti, ed oggetti, inusuali. Che, probabilmente, non sfileranno mai sulle passerelle ultra-chic di Milano, o non saranno esposti nelle sbrilluccicose vetrine degli atelier francesi. Ma poco importa. La vita di tutti i giorni è la nostra personale passerella.

Odio i cinici. Per tutte le volte che, io per prima, lo sono stata. Odio l' ironia dissacrante. Quella che non sa divertire. L'ironia che si limita a sbeffeggiare, e demolire. Figlia di un'invidia che - si dice - sia la più sincera manifestazione dell'ammirazione. Eppure, fa male lo stesso.
Odio, gli anticonformisti per professione. I criticoni. Che se fai, o dici, una cosa buona, loro sono sempre lì, chiusi nel dorato isolamento della loro superbia, a farti notare quello che non va, quello che avresti potuto fare meglio, quello che loro avrebbero saputo fare meglio.
Peccato che non l'abbiano fatto.

Non simpatizzo nemmeno per i puntini sospensivi. Un tempo, li usavo spesso. Nei temi, al liceo. Negli sms. Anche nei post, sul blog. Credo fossero lo specchio della mia vita di allora. Una vita sospesa. Una vita in attesa di qualcosa che, in verità, non sarebbe cambiato se io stessa non avessi provveduto al cambiamento. Una vita senza contorni. Assenza di colore di definizione.
Oggi, il mio modo di scrivere è radicalmente mutato. Periodi brevi, netti e decisi. Come una stilettata al cuore. Molti punti, qualche virgola, raramente puntini sospensivi.
Oggi, sono assai diversa dalla persona che ero appena un anno fa. Più consapevole, e per questo più forte ed equilibrata. Più indipendente. E, soprattutto, più libera.
Libera dal ricatto delle attese, dalla galera delle passate illusioni, dalla gogna delle aspettative future. Affrancata da molti ( forse non tutti ) dolori di un tempo. Orgogliosa delle vittorie, e più orgogliosa ancora delle sconfitte.

Odio la banalità di certi primi appuntamenti. E quelli che la confondono, volutamente, con la semplicità.
Sarebbe bello un pic nic al planetario. Un gelato sulla ruota panoramica. Una mostra fotografica ed un concerto jazz. Una gita all'orto botanico. Che un po' ammicchi, e po' no, tra un cespuglio di betulle, ed una quercia secolare. Una chiacchierata, a notte fonda, seduti su un gradino delle scale. Voglio un uomo che sappia fare l'amore con la mia testa, prima che col mio corpo.

Odio il primo bacio, al primo appuntamento, ad ogni costo. Come fosse una tappa obbligata. Che, se non lo fai, lui se ne ritorna a casa con la convinzione di non piacerti. E invece, tu sei solo una che da valore al tempo, e tempo alla sacralità di certi momenti. Perché i baci sono sacri. Ed il primo bacio lo è anche di più. Ti racconterà tutto ciò che le parole non hanno saputo dire. L'imbarazzo di un'emozione che ti ha obbligato ad abbassare lo sguardo, nel timore che il cuore esplodesse troppo in fretta.
Un bacio può persino svelarti il destino di un amore. E' il più affidabile dei cartomanti. Più sicuro dei fondi di caffè. Più sincero di qualunque combinazione astrale. Ma, forse, assai più complicato.
Per questo, è necessario cogliere il momento perfetto. Aspettare che arrivi. Senza forzature. Spontaneamente. Perché la Spontaneità è madre delle cose autentiche.



Copyright Viola Editrice

14 commenti:

(madis) ha detto...

eh, sì... ci sono tante cose che odi tu e che odio anche io. Tipo chi odia i mercatini ;-)
e poi, i puntini... come ti capisco.
Ero così anche io. Puntini e frasi infinite. Poi, si cambia.
Punti di vista.

Blue G. ha detto...

Si cambia sempre mia cara amica, tanti punti, tante sospensioni, ma poi arriva il momento dei tempi brevi e decisi e arriva il momento in cui ti rendi conto di essere grande.
Mi piace questo post moltissimo, ma non è una novità tu hai talento.

ti abbraccio forte forte
Blue
www.aspassoconblue.com

Bk ha detto...

Direi che è arrivata l'ora dopo tanto allenarsi, di scrivere davvero.
Di trasformare pensieri e parole da bit a formiche di inchiostro.
Voglio comprare io il tuo primo libro. Non te lo scordare. Ah... dimenticavo, se me lo permetti vorrei fare io la fotografia della copertina. Direi che è tutto. Che aspetti?

mari ha detto...

non simpatizzi con me :-( io adopero i puntini di sospensione..

Anonimo ha detto...

A parte il caffè,io lo bevo amaro, e i puntini sospensivi...cara Antonia ..odiamo le stesse cose...
Per i puntini, non li vedo come lo specchio di un'attesa..ma come un surrogato delle virgole!!!!
Ovviamente da non usare in scritture ufficiali, ma nel mio blog..se libero è il pensiero, libera è la scrittura..
Un abbraccio, Artemisia

freedom_* ha detto...

solo una parola, sublime...davvero sublime come riesci ad esprimere la tua visione cosi dettagliatamente studiata della realtà. ti seguo sempre,
freedom.

Barbara ha detto...

Le tue parole, i tuoi pensieri scorrono liberi che non ho nemmeno fatto caso alla punteggiatura. Mi piace quello che hai scritto. Mi piace quello che odi. ;)

Lena ha detto...

Quanto mi piace questo post così liberatorio...avevo pensato di farne uno simile anche io, appena avrò un pò di tempo libero in più...mi piace qui, molto. A presto.

Eva ha detto...

Stampato e appeso in ufficio.
Non aggiungo altro.

Silvia Negretti ha detto...

Vabbè "odio" magari è un pò un'esagerazione, non ti pare?
Diciamo che ci sono cose che ognuna di noi detesta (per me sono più o meno le stese tue): io generalmente per evitare il problema, non le faccio!^^
Un bacio!
S
http://s-fashion-avenue.blogspot.com

Barbara ha detto...

Grazie. Mi ha fatto piacere leggerti da me. Grazie per i complimenti. E spero di rileggerti presto.

Adoro questo luogo. Adoro il tuo modo di raccontarti.

Buon Week End.. Col sorriso.

Blog Surfer ha detto...

dovevi intitolarlo "l'avvelenata" , tanto per citare il Maestro.
Io vorrei un primo appuntamento in treno, un mini-viaggio, ma si sa, le donne son sempre cosi' formali che se non le vai a prendere a casa in auto manco ti prendono in considerazione.......

Blog Surfer ha detto...

ah, per la cronaca, io odio chi ti chiede la "parola" (che e' sempre una sequenza di lettere a caso ed e' una rottura di balle scriverla) e poi ti appare il messaggio " Il tuo commento è stato salvato e sarà visibile in seguito all'approvazione del proprietario del blog." ..

te possino ...

;)

S A ® A ha detto...

Io odio chi ti racconta la sua vita, la sua giornata, la sua ultima fatica in coda al supermercato senza che tu gli abbia chiesto niente. Odio chi spettegola. Chi pensa solo male della gente. Chi non si dà da fare e si lamenta. Chi aspetta che la fortuna lo colga di sorpresa. Odio dover pranzare senza nessuno che mi faccia compagnia. Odio Lo smalto sbavato. Le scarpe strette. Le occasioni mancate. L'ultimo treno perso nonostante abbia messo il record dei 100m per raggiungerlo. Odio chi mi squadra e si fa un'idea sufficiente. Chi non ha obiettivi e copia quelli degli altri. Chi non ha personalità. Chi la vende. Odio l'idea che mio padre un giorno potrà non essere con me. Odio quando il mio gatto non si fa vedere. Odio anche me stessa. Quando provo odio.