mercoledì 22 luglio 2015

Di sorrisi e lune verticali

Questa sera, la luna è uno spicchio di luce verticale. Gli occhi di chi ancora guarda il cielo la puntellano ai lati, così che resti dritta, impalata sopra quella fitta trama di buio e di stelle, senza cadere mai. Come quando provi a camminare sulla punta dei piedi e le mani cercano, istintivamente, librerie e tavoli e credenze cui aggrapparsi.

E' un sorriso messo strano, la luna, questa sera. Ti è caduto dentro qualche tempo fa, e ci è rimasto.
Lui ha dimenticato di portarselo via quando se n'è andato. Si è preso tutto: il tuo meglio, il tuo peggio, il tuo insomma. Ma quel sorriso no, se l'è scordato. Così lei, di lui, oggi ha la storia di un sorriso cui mancherà sempre un angolo, una minuscola punta di preziosissima verità.

Qualche volta te lo domandi. Ti chiedi se quel sorriso dimenticato non sia invece una scusa, il pretesto che lui ha scelto di lasciarsi alle spalle per poi poter tornare.
Perciò, questa sera, vorresti che guardasse la luna, come stai facendo tu. E, ricordandosi di quel suo sorriso abbandonato dentro le tue costole, venisse a riprenderselo, portandosi appresso tutto il pezzo che manca.

Stanotte, la luna è la lama pungente di un ricordo.
Come quando provi a camminare sulle punte, e le mani cercano a tentoni i mobili intorno ma non trovano nulla.
Allora tu cadi.

Antonia Storace

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