Dio benedica la rabbia, quando si trasforma in successo. E i fallimenti, che ti danno l'esatta misura di quanto, ognuno di noi, sia meravigliosamente umano.
Dio benedica i punti esclamativi, messi lì a dire: "Basta!!"
Benedica i calci in culo. Quelli presi, e quelli dati.
Dio benedica la parola "fine", quando questa è sinonimo di "liberazione".
Dio benedica la parola "fine", quando questa è sinonimo di "liberazione".
Dio benedica i sensi di colpa, se equivalgono ad un esame di coscienza. Dio benedica gli esami di coscienza, perché implicano la tacita necessità di averne una.
Dio benedica le nevrosi, quando la pazienza non è più la virtù dei forti, ma la rassegnazione di chi si è arreso, o l'indifferenza di quanti non si lasciano toccare dalla vita, e dalle sue storie.
Benedica le urla. Perché non è vero che: "chi tace, acconsente". Talvolta, chi tace è semplicemente uno che non ha coraggio abbastanza per dire.
Dio benedica l'amore che morde, e che graffia, e che fa male. Le cicatrici ti ricorderanno che certi dolori te le sei andare a cercare. Ora smetti, per favore.
Dio benedica l'amore che morde, e che graffia, e che fa male. Le cicatrici ti ricorderanno che certi dolori te le sei andare a cercare. Ora smetti, per favore.
Dio benedica l'attesa, se la sola alternativa è scegliere di accontentarsi.
E' , senza dubbio, preferibile l'assenza di ciò che ami davvero, alla presenza di ciò che ti convinci di volere.
E' , senza dubbio, preferibile l'assenza di ciò che ami davvero, alla presenza di ciò che ti convinci di volere.
Dio benedica i sassolini nelle scarpe. Quando, finalmente, puoi liberartene. Benedica i coglioni che si rompono. E i cantastronzate di cui è pieno il mondo.
Dio benedica i furbi che mi fottono i post dal blog, spacciandoli per propri. Infondo, si rubano solo le cose di valore.
Dio benedica la distruzione. Poiché da essa, e da essa soltanto, nasce la trasformazione.
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