Siamo state tutte la bambina paffuta sulla bicicletta rosa.
Avevamo le rotelle in aggiunta, ai lati; le scarpette di vernice rossa; una mano adulta a bilanciare la falcata.
Avevamo il sorriso facile; le buche nell'asfalto; il bacino sulla bua e tutto passa. Questo avevamo, prima di avere ogni altra cosa. Il "tutto passa". E passava davvero. Senza lasciare traccia.
Dopo le cadute, potevamo restare a terra e piangere liberamente, fuori giudizio e fuori tempo. Sarebbero poi arrivate due braccia di madre, o di padre, a tirarci su, a dirci: "Tutto passa".
Oggi, invece, abbiamo le gomme del cuore un po' sgonfie, un tacco dodici che stiletta arcigno sopra il pedale, e due freni tarocchi.
La falcata si è fatta più decisa, ma non c'è mano che possa orientarne il tratto, all'infuori della nostra. Siamo cresciute e il "tutto passa" è diventato "a dispetto di tutto". Come se a quel tutto che ha smesso di passare senza lasciar traccia, volessimo fare dispetto. Perché a terra, dopo le cadute, non ci possiamo più rimanere. Il mondo ci vuole in piedi, dritte e tese come fusi. In tempi brevi e con gli occhi asciutti. E noi, che siamo bravi soldatini laboriosi, non disattendiamo mai gli ordini. Però, ogni tanto, quella bambina paffuta sulla bicicletta rosa ci manca un sacco.
Antonia Storace
2 commenti:
Ehiii! Che favola! E' bello poter dire: "C'ero anch'io!" ... Fà una strana sensazione rivedere quella bicicletta rosa e sentirsi parte di un processo vivente (quello creativo) del quale mi hai reso involontariamente testimone, dal primo sguardo (alla bicicletta) all'ultimo punto alla fine del post.
Grazie per questa bellissima esperienza che aspettavo di leggere con innocente curiosità.
E' vero, "tutto passa", ma credo che l'emozione che ho provato nel vivere in diretta un momento di vera ispirazione come il tuo, non passerà tanto facilmente. Grazie.
Paolo Fiorini
A volte vorrei (ri)acciuffare quella bambina sulla bicicletta rosa, il coraggio di affrontare ciò che non conosceva e quello di rialzarsi ogni volta che cadeva. Spesso lo faceva da sola. Non aveva grandi braccia a sostenerla o a consolarla. Questo le è mancato, ma le è servito. Ha capito che in fondo è così che va. È così che capita da grandi. Fidarsi di se stessa. Avere la forza e la capacità di ricominciare e riprovare, con la consapevolezza che nessuno le tenderà la mano quando inciamperà nelle difficoltà della vita.
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