Ventinove anni sono un numero strano da portarsi addosso. Potresti ancora tornare indietro, ma non lo fai. Dovresti andare avanti, e ti accorgi di non aver paura.
Ventinove anni sono un numero strano da portarsi appresso. Come una sacca che comincia a farsi pesante di vita presa a due mani.
Credo che nulla mi abbia fatta grande, all'anagrafe e nel cuore, quanto avere Valerio accanto, e quell'intelligenza sottilissima, data in dotazione a pochi soltanto, di restarmi dietro di un passo, quando è necessario. Poiché quel passo, quell'unico passo, invece che essere svilente, lo eleva al di sopra di un manipolo di uomini corrotti ed insicuri, e gli permette di guardarmi le spalle, di proteggermi da me stessa, e dalle mie umane debolezze, come solo l'amore quando è amore sa fare.
A ciascuna di noi è toccato, presto o tardi, un tizio complessato, emotivamente indisponibile, bugiardo e bipolare, che ha provato a rimpicciolirci, a ridimensionarci lo spirito e i sogni, poiché lui stesso non sapeva concepirne di grandi. E noi gli abbiamo creduto. Ci siamo dette che era meglio vivere una vita a basso profilo, senza grossi rischi, senza troppi scossoni. Una vita rosa pallido, un mare piallato di ambizioni strozzate ed emozioni col settanta per cento di sconto. Un futuro in saldo, quando, dopo la ressa iniziale, restano solo gli ultimi capi sgualciti di cui accontentarsi. Ma quelli che ci vogliono piccole, sono gli stessi che si sentono piccoli, e perciò provano ad addomesticarci. Per le donne sopra la media, ci vogliono uomini sopra la media. Non ci stanno santi. Non esistono eccezioni.
2 commenti:
Le tue parole cadono perfette, in un momento in cui dovrei ritrovare lo spazio per essere di nuovo io.
In uomini che mi hanno tanta bassa ne ho incontrati tanti, uomini a cui ho creduto e dato tutta me stessa. L'ultimo l'ho lasciato mesi fa, quando ho capito che avevo avuto le ali in una gabbiaper troppo tempo. Ora volo, ci vuole coraggio, ma la sensazione è bellissima.
Posta un commento