Questa è una storia di numeri.
Quattro sono i giorni che mancano al lancio del libro. Tre le notti che non dormo. Infinite le volte che avrei voluto cambiare virgole, accenti e parole affinché tutto fosse perfetto. Ma qui, di perfetto, c'è solo la forza di chi ci crede ancora e un po' ci ride su.
Sette undici duemiladodici è la felice combinazione di numeri in occasione della quale ho scritto "Donne al quadrato", senza la cui diffusione, oggi, non so se avrei mai trovato il coraggio di pubblicare una parte dei restanti testi che, da domenica, saranno presenti in questa raccolta. Ancora sette, non a caso, la sua pagina sul libro.
Due quattro duemilatredici è la meno felice combinazione di numeri in occasione della quale, invece, ho scoperto che l'uomo a cui, in quel tempo, tenevo, aveva un'altra.
Ma poiché il veleno può trasformarsi in medicina, due quattro duemilaquindici - esattamente due anni dopo, con la beffarda precisione chirurgica che solo il tempo galantuomo può avere - è esattamente il giorno in cui la mia casa editrice mi ha inviato l'anteprima della copertina del libro e comunicato la data del suo lancio. La vita ha un senso dell'umorismo davvero pazzesco. Sa sempre cosa è meglio per noi. Specie quando noi per primi lo ignoriamo.
Undici quattro duemilaquattordici è il giorno in cui ho seguito il mio primo corso di editing, a Roma, col grandissimo Christian Raimo. Lo stesso in cui ho conosciuto Valerio. Da allora, le cose si sono fatte più chiare. Come se il cuore avesse squarciato il suo velo perenne ed avesse, finalmente, iniziato a battere di un battito naturale, perfetto, giustissimo.
Quattordici dieci duemilaquattordici la data in cui ho ascoltato Fabio Volo leggere le mie parole su Radio Deejay. Immaginate cosa si prova a trovare il messaggio di un amico che dice: "Accendi immediatamente la radio" e sentire un proprio testo andare in onda su una emittente nazionale, senza avere nessuna, ma proprio nessuna, raccomandazione. Nessun aiuto. Nessuna spinta. Se non quella di una poesia che aveva preso a diffondersi in rete poiché, semplicemente, piaceva alla gente. Perché io Volo non lo conosco, non l'ho mai incontrato, non ci ho mai neppure parlato. Ciò non di meno, anche se lui non lo sa, quel giorno, insieme a tutta la redazione di Radio Deejay e Radio Capital, mi ha fatto un regalo immenso: mi ha regalato la forza di provarci fino in fondo, così che il sogno assumesse i contorni fisici e palpabili di una bellissima realtà.
Due sono le dediche del libro. Centodiciotto le sue pagine. Molti, ma non troppi, i ringraziamenti. Una la sceneggiatura che, ad ottobre, andrà in teatro. Uno il romanzo a cui sto già lavorando. Quaranta le pagine scritte fino ad ora. Impossibile da quantificare l'emozione per le parole che Pino Ammendola ha speso per me.
Pochi i sogni che voglio realizzare. Perché è sempre la qualità. Mai la quantità.
Migliaia, letteralmente migliaia, le condivisioni che ha avuto "Donne al quadrato". Centinaia, letteralmente centinaia, le persone che mi hanno scritto dopo averla letta o ascoltata in radio. A ciascuno di loro, va la mia totale gratitudine.
Uno, ed uno soltanto, l'esempio che spero di aver dato ai ragazzi come me: non è mai il punto di partenza che conta. Solo quello di arrivo. E la capacità di rilanciare i dadi una volta ancora, una di più, affinché non vinca il banco, che è il mondo e che, certe volte, ci vuole disillusi ed arrendevoli ad ogni costo. Non è facile per nessuno. Non è facile per chi parte. Non è facile per chi resta. Non è facile per chi deve ripartire. Non è facile, ma non è impossibile. E spero possiate ricordarlo sempre. Dove non arriva la testa, arriva il cuore e la sua caparbietà.
Questa è una storia di numeri. Quelli sui quali ho scelto di puntare.
Antonia Storace
2 commenti:
occhio che "senza titolo" l'ha gia' pubblicato camilleri per sellerio.
Io davvero non vedo l'ora di leggerti.
Mi sento in dovere in qualche modo di dirti grazie, perchè sei un esempio dal quale prendereun bellissimo spunto.
In bocca al lupo per tutto
Life, Laugh, Love and Lulu
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