Veniamo al mondo con la certezza che i nostri genitori si prenderanno cura di noi: sapranno accudirci, evitarci inutili sofferenze, salvaguardarci la dignità; ci sosterranno nella realizzazione delle più intime aspirazioni, faranno fronte comune contro quelle difficoltà che proprio non si possono fuggire. Perché è una legge di natura: i genitori aiutano i figli.
Esiste, però, un'altra legge di natura, di cui prendiamo consapevolezza solo poi: ad un certo punto della nostra vita, i ruoli si ribalteranno ed allora saremo noi, noi figli, a dover sostenere, supportare, difendere, reggere e sorreggere le nostre mamme ed i nostri papà. Senza battere ciglio. Senza cedere. Senza esitare. Perché loro, con noi, non hanno esitato mai, neanche per un attimo.
E così il ciclo si chiude: ciò da cui tutto nasce è ciò a cui tutto torna.
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6 commenti:
arriva per tutti un momento nella vita in cui siamo chiamati a diventare madre di nostra madre e padre di nostro padre...
prozastQuesto ribaltamento dovrebbe essere incluso nel dna di ogni figlio/a.
Purtroppo, per esperienza che sto vivendo, non è così.
I figli, e i parenti stretti in genere, hanno memoria corta: i genitori anziani, malandati in salute, preferiscono appoggiarli nei ricoveri (una volta chiamati ospizi), e poi se ne lavano le mani, evitando per quanto possibile anche le visite.
Li rivedo ai funerali di queste persone (che se ne sono andate senza neanche un bacio d'addio), lacrimanti e commossi nel raccogliere le condoglianze, raccontandosi a vicenda di quanto fossero buoni, di quanto hanno fatto per loro stessi, dei sacrifici...
Lo so, non è sempre così, ma ci sono posti in cui questo comportamento scellerato si evidenzia di più, poiché divenuti fatti troppo comuni e ricorrenti per sfuggire all'osservazione.
Ciao.
Scusa, cosa aspetti a togliere il captcha?
Cosa dovrei togliere? Ti riferisci alla "parola di sicurezza"?
Sinceramente preferisco lasciare qualche forma di tutela e moderazione su questo blog. Non tutti i commenti sono cortesi come i vostri ... c'è gente strana in giro.
Un sorriso, Antonia.
Proprio a quella, che è poi la stessa che compare in testa al mio commento; che ho dovuto tentare tre volte, poiché per tre volte era errato.
Quella che tu chiami "parola di sicurezza" non serve a niente; blogger la inserisce per non so quale motivo. "Dimostrare di non essere un robot" digitando un numero e delle lettere a casaccio è una emerita presa in giro. E un freno per chi ti vuole partecipare il suo pensiero con i commenti.
Per bloccare entrate non desiderate hai la moderazione: in pratica la decisione se accettarli, e pubblicarli, o eliminarli prima è nelle tue mani e solo tu decidi in merito.
Vado a dimostrare che non sono un robot e ti saluto.
Tu mi incanti sempre.....sai toccare il cuore.
Giulia s
Bellissima riflessione Antonia. E' proprio vero che la vita è un ciclo e lo capisci (o almeno dovresti)quando si diventa genitori ed inizi a vedere la vita attraverso gli occhi di un bambino. La vita di un neonato nei suoi primi anni non è molto diversa da quella di una persona adulta quando inizia ad invecchiare.Un bimbo ha sempre bisogno di cure e attenzione, di essere cambiato e nutrito, coccolato, addormentato, ascoltato cercando di comprenderlo anche quando mancano le parole, aiutato nei suoi primi passi...Ha bisogno di insegnarli le azioni e i concetti che lo accompagneranno per tutta la vita, finché non arriva il momento che si "torna di nuovo bambini" e sembra di avere disimparato tutto. Ai nostri genitori dobbiamo tutto, e prendersi cura di loro nella vecchiaia, come loro hanno fatto di noi nella nostra infanzia e non solo, dovrebbe essere un gesto naturale, pieno d'amore e gratitudine. E ogni tanto bisogna ricordare che anche noi invecchieremo.....
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