Qualche giorno fa, ero in un bar, con un'amica. Stavamo chiacchierando di cose futili, e leggere: il tizio che non aveva richiamato, gli auguri di Natale mancati, la capacità di scindere la mente dal corpo, ed imparare a fare sesso come gli uomini, senza coinvolgimenti emotivi, senza legami, senza rotture sentimentali.
Tuttavia, non ho potuto fare a meno di ascoltare la conversazione delle persone sedute al tavolo accanto. Una di loro, quasi gridando, diceva: "Certo che ci vuole un gran coraggio a togliersi la vita per una delusione d'amore. Era così giovane, povera ragazza ... " ..
Coraggio? Ci vuole coraggio a togliersi la vita per una delusione d'amore? ...
E il padre di famiglia che, ogni giorno, si alza alle cinque del mattino, bacia i suoi figli in silenzio e, senza mai lamentarsi, esce di casa per andare a lavoro, un lavoro ingrato, come quello del muratore, un lavoro sottopagato, faticoso, frustrante, e privo delle più elementari misure di sicurezza ... ecco, quel padre di famiglia è coraggioso, oppure non lo è?
E la madre di famiglia che, a cinquant'anni, va a fare le pulizie nella casa d'altri, senza poter curare la propria, per aiutare il marito ( il cui stipendio, da solo, non basta ), far quadrare i conti a fine mese, provare, e dico provare, ad assicurare un futuro, che sia degno di questo nome, ai propri figli ... ecco, quella madre di famiglia è coraggiosa, oppure non lo è?
E figli di quel padre, e di quella madre che, per pagarsi gli studi, e non gravare troppo sul bilancio familiare, si dividono tra corsi universitari e lavori di ogni sorta, dal cameriere alla segretaria, dall'animatore all'insegnante di ripetizioni, passando per il centralinista, fino ad arrivare alla maschera in teatro ... ecco, quei figli sono coraggiosi, oppure non lo sono?
E i bambini del reparto oncologico, che affrontano mali incurabili, e lo fanno col sorriso sulle labbra. Quei bambini desiderosi di vita, ma costretti in una stanza d'ospedale. Quei bambini che conoscono un mondo fatto solo di aghi, lacci emostatici, flebo e sale operatorie ... ecco, quei bambini sono coraggiosi, oppure non lo sono?
E i volontari della croce rossa, della protezione civile, dell'assistenza ai disabili e agli anziani, che dedicano la propria vita a quella degli altri ... ecco, quei volontari sono coraggiosi, oppure non lo sono?
Coraggioso è chi affronta la vita con i suoi infiniti inganni, e le sue pene. Coraggioso è chi si rialza ad ogni caduta, e prosegue il cammino. Coraggioso è chi si batte per un indeale, ed è disposto a morire per questo. Coraggioso è chi non teme la paura, ma nemmeno la sottovaluta. Coraggioso è colui che compie il suo dovere, ogni giorno, tutti i giorni. Piccoli, grandi eroi quotidiani.
Coraggioso è chi vive. Perché ci vuole più coraggio a vivere che a morire.
Ps: ci terrei, vivamente, a sottolineare una cosa. Dal mio pensiero, e dalle mie parole, fanno assolutamente eccezione i casi di eutanasia, che in Italia sono stati accompagnati da infinite polemiche. Quelle circostanze sono assai diverse dalle circostanze che hanno ispirato, e cui mi riferisco, nel post. Si tratta di persone che hanno vissuto con dignità, e dignità hanno voluto dare alla propria morte. Una scelta, a mio avviso, non soltanto coraggiosa ( visto che di coraggio stiamo parlando ), ma persino rispettosa della vita stessa, affinché resti tale, e non si trasformi in una mera, logorante, insensata agonia.
21 commenti:
Condivido pienamente quello che hai scritto.
Di fondo l'errore è di quelle persone,perchè hanno interpretato un atto di profonda depressione e dolore come un atto di coraggio.Quando qualcuno decide di mettere fine alla propria vita non lo fa di certo perchè ha coraggio,ma perchè la sua vita gli è diventata così insostenibile da non poterla reggere più.In più non mi sento di giudicare la loro "scelta" poichè bisognerebbe trovarsi nella loro testa per capire quello che stanno attraversando...D'accordo invece con il coraggio delle vite che hai citato...Tutto il rispetto per loro :-)
Anche per me, sono questi i veri "eroi", ma sempre più spesso vedo circondati da allori che ha dicono che ha avuto il coraggio di andarsene di casa a 18 anni per studiare all'estero, senza calcolare il padre imprenditore dietro le spalle che finanzia l'impresa.Oppure quelli che sono riusciti ad ottenere il lavoro dei loro sogni e a fare una fortuna, senza vedere che quella era l'azienda di famiglia.
I veri eroi moderni hanno la sveglia alle 5 di mattina e tornano dopo l'ora di cena.Sono i pendolari, i muratori, le mamme che fanno le pulizie, gli operai che rischiano la vita in fabbrica, scongiurando crolli ed imprevisti.
Sono i giovani che guadagnano 600 euro al mese, ma che comunque non rinunciano al sogno di avere una propria casa, una famiglia, dei bambini.
Suicidarsi per amore di fronte a tutte queste verità ci vuole veramente coraggio, e forse chissà voglio sperare ed illudermi che si intendeva proprio questo.
Ciao Antonia!
Per Tizyana - Azzurra: Lieta di saperlo :)
Per EvaQ: Credo che le persone sedute quella sera, a quel tavolo, abbiano optato per una scelta di parole sbagliata, oltre che infelice. Il suicidio, specie per una delusione d'amore, è un gesto terribile, tragico e doloroso. Ma coraggioso no. Per niente. Detto ciò, è vero anche che, per capire esattamente certe dinamiche, bisognerebbe vivere in prima persone quelle spinte interiori che ti conducono ad una soluzione tanto estrema. Di fatto condanno, non tanto il gesto ( che pure non condivido ) quanto proprio la volontà di definirlo come CORAGGIOSO. Mi pare irrispettoso verso chi affronta, ogni giorno, sfide difficili e dolorose, e non molla, anche quando vorrebbe farlo.
Per Tintarella di Luna: Non aggiungo nulla al tuo commento, è perfetto così com'è. Lo sottoscrivo in pieno.
Un sorriso. Antonia.
L'amore non lascia scampo: Ti innalza e sprofonda, ti fa ricco e poi mendicante, e poi piangi, ridi, soffri, ti emozioni e gioisci per poi disperare...L'amore dà la vita, e a volte la toglie.
Per ogni cosa c'è una gerarchia di importanza, anche per ciò che noi definiamo -coraggio-.
Non sò se vi sia una scala per misurarne il valore, perchè alcuni gesti e modelli di vita, non rusciamo a comprenderli mai.
Non è neanche un mese che nella mia città, una ragazza che conoscevo, 16 anni, si è tolta la vita, ed io non sò se in quel gesto vi sia stato solo coraggio...oppure rassegnazione.
E questo mi fà pensare che coraggio e rassegnazione, molto spesso diventano un tutt'uno, e che chi continua a vivere, lascia per strada comunque una parte di sè.
Ciao Antonia.
Non c'è coraggio nel suicidio. C'è disperazione, e dolore. E difficilmente è "per amore": quella è solo l'ultima goccia, quella che fa traboccare il vaso. Ma non è giusto "giudicare" chi arriva a compiere un gesto simile, forse in quel momento non aveva "scelta". Il mondo che sta attorno, non vede? non sente? La disperazione è evidente solo dopo? O sa che c'è e non può fare nulla lo stesso... Se nessuna delle persone che vi sono state care è morta in questo modo, non credo sia facile rendersi conto fino in fondo di cosa voglia dire. Mi auguro che non possiate rendervi conto fino in fondo.
Non c'è giudizio nelle mie parole. Non giudico il gesto ( che, comunque non condivido ) in quanto tale. Può avere motivazioni infinite, sicuramente dolorose, e difficilmente comprensibili per chi, come me, le guarda da fuori.
Ma condanno la definizione di suicidio come espressione di coraggio. Se i due concetti fossero assimilabili, allora si mancherebbe di rispetto a chi lotta per sopravvivere, e si addormenta senza sapere se il giorno dopo sarà un giorno in più di vita.
Nessuno dei miei cari è morto in questo modo, ma un anno fa ho perso mio zio per un cancro alla gola, e Dio solo sa quanta voglia avesse di vivere. Purtroppo la malattia è stata più forte. Poi, tre mesi dopo, un mio caro amico ( e ragazzo al quale ero stata sentimentalmente legata ) ha perso la vita per salvare quella degli altri. C'era stato un incidente, la sua macchina non era rimasta coinvolta, ma lui è voluto scendere lo stesso per soccorrere i feriti ( considerato anche che era un pioniere della croce rossa ). Un'altra auto che passava, non l'ha visto e l'ha travolto. E' morto nel tentativo di salvare la vita di altri ragazzi.
Questo si chiama CORAGGIO. Questo e nient'altro che questo.
Un sorriso. Antonia.
condivido ogni parola :*
Pienamente d'accordo, e non aggiungo altro.
avete poi trovato il modo per fare l'amore senza coinvolgimenti emotivi???
La mia amica no. Io, invece, ho imparato da tempo.
Un sorriso. Antonia.
Ci vuole tanto, troppo coraggio.... E di coraggio ne esistono diversi tipi. A volte si affinca alla forza di viviere, altre alla debolezza.
Tutto nella libertà di condivisione (o meno) di ciò che accade nella sfera intima altrui.
gran bel post. concordo in tutto..sia sull imparare a fare sesso come gli uomini perche compare nella mia wish list di fine anno sia sul concetto di coraggio...mio padre..mia madre..loro sono il mio modello di coraggio e perche no anche me stessa..perche so io i sacrifici fatti per arrivare dove sono.e se verso ancora lacrime per futili schiocchezze d amore fa nulla imparero a eviater anche quelle..un bacione
Le tue parole non fanno una piega!!Sono completamente d'accordo con te!
Per Vagamundo: Non credo che coraggio e debolezza siano assimilabili, Vagamundo. Mi sembra una contraddizione in termini.
Non c'è nulla di male, nulla di sbagliato, nella fragilità. Ma non mi pare nemmeno giusto elevarla ad espressione di coraggio.
Per Scix: Forse, il segreto non sta nell'evitarle, ma nel ridimensionarle. Nel dare, a tutto, la giusta prospettiva, la giusta importanza, la giusta dimensione.
Per Alice: Grazie :)
Un sorriso. Antonia.
mi trovi d'accordo su tutto.
un augurio di buon inizio!:)
io credo che si tratti di coraggio in tutti i casi in cui una decisione è sofferta.e consapevole.
restare,o andare.
le sfumature sono talmente tante che non riesco a generalizzare..
[potrebbe esserci un operaio che si fa il mazzo,ma infondo è cresciuto così,gli sembra normale e non ne soffre particolarmente.e vive la sua vita senza emozioni particolari vedendola scorrere nell'unico modo che immagina possibile.
e potrebbe esserci un ragazzo che decide di morire per un motivo ben preciso nonostante ami immensamente la vita.
il coraggio è nella persona,a mio parere,non nella situazione]
a parte questo condivido con te il pensiero sui contesti che hai nominato..inclusa l'eutanasia..
Come direbbe Voltaire: "Non condivido il tuo pensiero, ma mi batterei fino alla morte per difendere il tuo diritto di esprimerlo".
Per me il suicidio è una resa.
Un sorriso. Antonia.
credo che quel "ci vuole coraggio" sia un modo di dire che non va preso alla lettera... certo, anche per rispetto per tutti quelli di cui parli, bisognerebbe usare bene le parole.. secondo me potrebbe essere da intendere come un "ce ne vuole".. cosi' penso da quello che ho letto, poi tu eri li e magari il senso era proprio quello che dici. spero sia come dico io:)
pero' tutto il discorso lo condivido, specie l'ultima cosa. giusto o sbagliato non esiste in quei casi. penso spesso all'altro modo di dire "volonta' di dio": come se fosse stata volonta' di dio farti restare in vita in determinate condizioni. tutto questo accade perche' ci sono terapie e tecnologie che permettono la sopravvivenza. comunque e' un discorso troppo complicato.. quasi mi pento di avere iniziato a scrivere sull'argomento. ti lascio un saluto:)
Suicidarsi per amore credo sia una cosa delle cose più stupide al mondo...almeno secondo me!!
però anche vivere certe volte non è per niente facile... io ancora non ho capito come farlo.. spero di riuscirci presto :)
mi accorgo solo adesso che sei di napoli...prima o poi ci incontreremo.
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